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Archivi tag: Antonio Devicienti
Inchiostri 128. Primo inchiostro partenopeo
di Antonio Devicienti Splendida ironia dell’essere ogni stazione della metropolitana frettolosa tappa di uno spostarsi, di un andare e venire che non prevede soste e dell’essere ogni stazione della metropolitana qui a Napoli tappa dove fermarsi per vedere e meditare. … Continua a leggere
Taccuino di traduzioni 1. Friedrich Hölderlin, La veduta
di Antonio Devicienti Quando la vita abitante degli umani si avvia nella lontananza, là dove s’illumina lontanando il tempo delle vigne, le è contemporaneo anche il campo vuoto dell’estate, il bosco si profila con la sua oscura figura; che la … Continua a leggere
Trasmissioni radio 17. Indegnamente imitando Sogni di sogni di Antonio Tabucchi
di Antonio Devicienti A. T., scrittore italo-portoghese, durante il consueto sonno pomeridiano nella sua casa di Lisbona, sognò che era il pomeriggio del 25 aprile 2011 e che tutta la Baixa era imbandierata a festa per celebrare la Rivoluzione dei … Continua a leggere
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Inchiostri 127. Secondo inchiostro senese
di Antonio Devicienti La cosa pubblica, la res publica e l’essere ogni individuo parte di una comunità. Ecco, t’invito a entrare con me in Palazzo pubblico, vieni, saliamo al primo piano, andiamo fino alla Sala del Consiglio: guarda: quella figura … Continua a leggere
Trasmissioni radio 16. Intorno all’idea di “campagna”
di Antonio Devicienti Questa trasmissione radio ha a che vedere con la memoria e con la nostalgia, con le lunghe giornate (e nottate) d’estate trascorse in campagna. Forse in quanto Salentino, originario cioè dal lembo estremo di Puglia, dovrei avere … Continua a leggere
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Il soffio che fa essere le cose: attraversando “Convito delle stagioni” di Antonio Prete
di Antonio Devicienti Antonio Prete torna a pubblicare in poesia nella “Bianca” di Einaudi, dopo Tutto è sempre ora, Convito delle stagioni (agosto 2024) dando vita a un libro che non esito a definire di bellissima fattura. In verità l’eleganza … Continua a leggere
Traduzioni 5. Da August von Platen
di Antonio Devicienti August von Platen (Ansbach, 1796 – Siracusa, 1835) visse quasi ininterrottamente a partire dal 1824 in Italia, soprattutto tra Roma e Napoli; giunse per la prima volta a Venezia nel 1824 e l’anno successivo naquero i Sonetti … Continua a leggere
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Inchiostri 126. Primo inchiostro romano
di Antonio Devicienti Nell’ombra serena del Cimitero acattolico ho cercato la tomba di Gramsci (avevo con me le Ceneri di Pasolini e seguivo l’immagine dello straccetto rosso annodato al collo dei partigiani, dei garofani ugualmente rossi), poi quella di Amelia. … Continua a leggere
Traduzioni 4. Da Theodor Storm
di Antonio Devicienti Esiste una regione nell’estremo Nord della Germania la cui storia e il cui paesaggio posseggono peculiarità oltremodo interessanti e affascinanti: lo Schleswig-Holstein. Il nome e l’opera (sia narrativa che poetica) di Theodor Storm (Husum, 1817 – Hademarschen, … Continua a leggere
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Bodiniana
di Antonio Devicienti (bodiniana 1) Un monaco rissoso vola tra gli alberi (NOTA: queste brevi prose ispirate all’opera di Vittorio Bodini presuppongono che chi legge abbia dimestichezza con i libri del poeta – è questo il motivo principale per cui … Continua a leggere
Traduzioni 3. Da Karoline von Günderrode
di Antonio Devicienti Karoline von Günderrode (Karlsruhe, 1780 – Winkel, 1806), figura d’intellettuale emancipata e appassionata, discendeva da una famiglia d’antica nobiltà dell’Assia caduta in miseria e studiò in un istituto femminile le cui regole le andarono subito strette; Karoline … Continua a leggere
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Trasmissioni radio 15. Ricordo di Mario Marti
di Antonio Devicienti Ne avevo sentito parlare dai miei professori del Liceo Capece, lo avevo sentito lodare come qualcuno di cui noi Salentini dovevamo andare orgogliosi (lo stesso avevo udito dire di Oreste Macrì). “Matricola” dell’Università di Lecce, iscritto a … Continua a leggere
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Traduzioni 2. Da Luis de Góngora y Argote
di Antonio Devicienti Luis de Góngora y Argote (Cordova 1561, ivi 1627) incarna uno dei vertici del Barocco e di tutta la poesia occidentale; la sua geniale sensibilità per i valori lessicali e sonori, il gusto per una sintassi concepita … Continua a leggere
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Inchiostri 125. Primo inchiostro senese
di Antonio Devicienti Entrare nello spazio enorme e dilatato di San Domenico, comprendere che la mente può raccogliersi fino a diventare punto minuscolo e compatto, durissima pietra, per poi espandersi ed essere ombraluce, porosa membrana. All’esterno il senese addensarsi dei … Continua a leggere
Traduzioni 1. Alcmane
di Antonio Devicienti La poesia di Alcmane (VII secolo a. C.) è indissolubilmente legata a Sparta e ne mette in luce aspetti forse poco noti o, per meglio dire, eclissati dall’immagine più vulgata (e stereotipata) di una città votata alle … Continua a leggere
Dodici ritratti
di Antonio Devicienti Primo ritratto: Adolfo Bioy Casares Il suo fraterno amico Borges odiava gli specchi; Bioy Casares, invece, si lascia fotografare tra il grande letto in ferro battuto e lo specchio, la stanza si raddoppia, chi guarda la fotografia … Continua a leggere
Sonetti dei destini IX
di Antonio Devicienti Il dolore, la melancolia che consuona nella mente assieme alla meditante trasparenza dei colori, campiture di soprassalto e di bellezza come liquido amniotico: per Mark Rothko. Regolano i tiranti e campiture di blu, di blu amaranto, di … Continua a leggere
Inchiostri 124. I silenzi e Antonio Donghi
di Antonio Devicienti Fosse stato possibile avrebbe taciuto sempre più a lungo, se possibile sempre più a lungo, come a trasformare il lungo silenzio nell’unica parola (o immagine) possibile. Una stesa di marroni e di verdi modulati dalla luce meridiana … Continua a leggere
Sonetti dei destini VIII
di Antonio Devicienti Grecia della montagna e Grecia dei porti, musica di Eleni Karaindrou e voce di Maria Farantouri, Gian Maria Volonté a duello con la morte, artigliante bestia improvvisa e un’auto, velocità dell’auto che travolge e uccide: per Theo … Continua a leggere
Inchiostri 123. Scogliera adriatica
di Antonio Devicienti Forse gli uccelli marini sono più bruschi e distanti degli uccelli di lago o di fiume – e mi piace questo loro amaro di sale, questa ruvida solitudine che, se nidifica, sceglie la scogliera, l’azzardata trama dell’inquietudine.