Archivi categoria: Scritti critici di Antonio Prete

Vittorio Bodini

di Antonio Prete Non ho conosciuto Vittorio Bodini. Nell’ultimo decennio della sua vita ero a Milano, prima studente, poi giovane insegnante. Ero, tuttavia, un lettore della sua poesia e delle sue traduzioni. La prossimità che sentivo con Bodini era anzitutto … Continua a leggere

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Yves Bonnefoy: L’imperfezione è la cima

di Antonio Prete È l’ultimo verso di una poesia da Hier régnant désert, del 1958. Un verso che, sbalzato come su una stele, epigrafico, e insieme esortativo, conclude una rappresentazione del lavoro artistico, assunto come figura dell’esistenza umana stessa, del suo … Continua a leggere

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René Char. Ridate loro quel che in loro più non è presente

di Antonio Prete È il primo verso di una poesia di René Char che appartiene alla sezione Les loyaux adversaires della raccolta poetica Fureur et mystère, pubblicata da Gallimard nel settembre 1948. Quando morì Char, nel 1988, da Radiotre mi chiesero un intervento … Continua a leggere

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Amelia Rosselli: “o mio fiato che corri lungo le sponde”

di Antonio Prete È il primo verso di una poesia che appartiene a Variazioni Belliche, scritta nel 1959 (l’edizione dell’intera raccolta è del 1964). Ecco il testo intero: o mio fiato che corri lungo le spondedove l’infinito mare congiunge braccio di … Continua a leggere

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Costantino Kavafis, Se per Itaca volgi il tuo viaggio

Σὰ βγεῖς στὸν πηγαιμὸ γιὰ τὴν Ἰθάκη di Antonio Prete È il primo verso di una delle più note poesie di Costantino Kavafis (qui la riporto nella traduzione classica di Filippo Maria Pontani). Un verso allocutorio, rivolto al lettore: il tu della … Continua a leggere

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Di alcune parole stravolte in tempo di guerra

di Antonio Prete Pace. Una parola che, adoperata dalla mia generazione e da quella successiva come segnavia per un cammino, per un orientamento nel cammino, appare ora desueta o è trascinata verso significati impropri o è persino irrisa. Dinanzi alla guerra … Continua a leggere

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Osip Mandel`štam, Ho appreso la scienza degli addii Я изучил науку расставанья

di Antonio Prete È il primo verso, qui riportato in una sua versione letterale, di Tristia, una delle più note poesie di Osip Mandel`štam, appartenente alla raccolta omonima, del 1922. Tristia è la seconda stazione dell’opera poetica di Mandel`štam, dopo Kamen’ (Pietra), volume pubblicato nel … Continua a leggere

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Paul Valéry, o la musica del pensiero

di Antonio Prete Centocinquanta anni dalla nascita di Paul Valéry. Walter Benjamin, negli anni parigini,  immaginava di offrire al poeta, nell’occasione di un suo anniversario, un ex-libris che figurasse un compasso. Un compasso con una gamba nel fondo del mare … Continua a leggere

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Il pensiero poetante

di Antonio Prete Un pensiero che, animato dal soffio della poesia, attraversa la terra del sapere con profondità e leggerezza, sospingendosi fino alla soglia dell’inconoscibile. Una poesia per la quale pensare è interrogarsi sull’esistenza individuale e universale, sul dolore del … Continua a leggere

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Gaspara Stampa. Signor, io so che ‘n me non son più viva

di Antonio Prete Un verso di Gaspara Stampa: dalle sue Rime, che furono in gran parte rime d’amore. I poeti del Cinquecento italiano, rimodulando e reinventando le rime di Petrarca, maestro d’amore, consegnarono ai lettori una meditazione sull’amore che toccò un … Continua a leggere

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T.S.Eliot. Il tempo che distrugge è il tempo che conserva

Time the destroyer is time the preserver di Antonio Prete È un verso dei Quattro quartetti (Four Quartet) di Thomas Stearns Eliot (tolto dal terzo dei quartetti, quello intitolato al nome di un gruppo di scogli presenti al largo della costa del … Continua a leggere

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Baudelaire, l’infinito nelle strade

di Antonio Prete Duecento anni fa, il 9 aprile, nasceva Baudelaire. Duecento anni: un tempo in cui la presenza del poeta è via via diventata più intima a quelle che oggi chiamiamo ragioni della modernità, ma anche più intima alla … Continua a leggere

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Rilke e l’arte del paesaggio

di Antonio Prete Calco della voce francese paysage, la parola italiana paesaggio appare la prima volta negli ambienti pittorici veneti del Cinquecento, in particolare tra i leonardeschi e intorno a Tiziano e la sua scuola. Fino all’epoca romantica la parola sarà … Continua a leggere

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Torquato Tasso. O belle a gli occhi miei tende latine!

di Antonio Prete Torquato Tasso. O belle a gli occhi miei tende latine! Il verso appartiene al VI canto della Gerusalemme liberata, ed è l’esclamazione di Erminia giunta in vista dell’accampamento cristiano, dove sorge la tenda di Tancredi ferito. Il verso sopravviene … Continua a leggere

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Starobinski e il prisma della scrittura critica

di Antonio Prete Chi si accostava alla critica della letteratura nei primi anni Sessanta incontrava il nome di Starobinski, scomparso il 4 marzo scorso all’età di 98 anni, dentro una costellazione di scrittori e critici designati da un vessillo: “nouvelle … Continua a leggere

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Emily Dickinson, Io abito la Possibilità

di Antonio Prete Il verso apre la poesia che ha il numero 657 nelle edizioni del corpus poetico di Emily Dickinson: una piccola tessera tra le 1775 di un mosaico che raffigura le stagioni di un animatissimo tempo interiore. Un … Continua a leggere

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Juan Ramón Jiménez. Madre, dimentico qualcosa, ma non mi ricordo… (Madre, me olvido de algo, y no me acuerdo…)

di Antonio Prete Ci sono alcuni versi, in tutte le lingue, che sembrano vivere di luce propria. E sembrano compendiare nel loro breve respiro la vita del prisma cui appartengono: frammenti che raccolgono e custodiscono nel loro scrigno, integro, il … Continua a leggere

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Guido Cavalcanti. Perch’i’ no spero di tornar giammai

di Antonio Prete È il verso che apre una delle più note ballate di Guido Cavalcanti, verso ripreso e rimodulato da Eliot ad apertura di Mercoledì delle ceneri. Amante degli studi e della speculazione filosofica, guelfo bianco attivo nell’agone politico fiorentino, … Continua a leggere

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Giorgio Caproni. Per lei voglio rime chiare

di Antonio Prete Il verso appartiene alla sezione Versi livornesi del libro poetico Il seme del piangere (1950-1958), che si apre con la dedica a mia madre, Anna Picchi.  E la madre abita tutti i versi, il loro movimento da canzone provenzale e stilnovista, la … Continua a leggere

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Rainer Maria Rilke. Incerta, dolce, priva d’impazienza

Unsicher, sanft und ohne Ungeduld di Antonio Prete Ci sono alcuni versi, in tutte le lingue, che sembrano vivere di luce propria. E sembrano compendiare nel loro breve respiro la vita del prisma cui appartengono: frammenti che raccolgono e custodiscono … Continua a leggere

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