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Archivi categoria: Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta di Antonio Errico
Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 12. La perfetta rassomiglianza
di Antonio Errico “Credevo che non sarei mai arrivato in tempo”. “C’è ancora qualche minuto”. “Ho sentito la radio”. Anche per te ci sono novità”. “E’ una giornata di molte novità, per me e per te”. “Bene”. “E adesso?”. “Adesso … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 11. Quella cosa chiamata passione
di Antonio Errico Dopo aver vinto lo Strega, Antonio Pennacchi disse che non riusciva più a scrivere. Il successo lo aveva distratto, frastornato, bloccato. Era come se la scrittura rifiutasse quella condizione nuova e sconosciuta. Forse questo accade quando ci … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 10. La libertà del dilettante
di Antonio Errico In un’intervista per il “Corriere della Sera”, a Paolo Di Stefano che chiede quali autori indicherebbe come irrinunciabili in un ideale canone degli anni Duemila, magari da proporre nelle scuole, il linguista Maurizio Dardano risponde che è … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 9. L’indispensabile inutilità del classici
di Antonio Errico I classici possono anche non servire a niente. Per esempio, i classici non servono a niente quanto non si riesce a fornire risposte alle loro domande. Perché i classici non danno mai risposte; scagliano sempre domande, insegnando … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 8. Soltanto una faccenda di casa
di Antonio Errico Quell’autore misterioso che è Elena Ferrante, ha un’idea suggestiva, forse anche emozionante, di letteratura. Probabilmente è un’idea che in taluni casi può corrispondere alla verità, a condizione che la letteratura sia una faccenda in cui si crede: … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 7. Quando sognare da soli non basta
di Antonio Errico Durante una conversazione tra Edoardo Albinati e Walter Siti, alla domanda su “perché la letteratura?”, Siti risponde così: “per la stessa ragione per la quale si sogna”, riferendosi al sognare come necessità fisiologica. Poi dice: quando uno … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 6. Dove tutto quello che può avvenire è già avvenuto
di Antonio Errico Quando i tempi sono, o sembrano, lineari, sbrogliati, distesi, armonici, regolari, per comprendere quello che accade può essere sufficiente anche solo osservare. Quando, invece, i tempi sono aggrovigliati, complessi, multiformi, confusi, complicati, per comprenderne i significati non … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 5. Per salvarci dall’apparenza
di Antonio Errico La letteratura serve a poco, serve sempre di meno, forse non serve più a niente. Non sappiamo che farcene dei profili di esistenza, delle configurazioni di destini, delle storie profonde, complesse, degli interrogativi, dei dubbi, dei ragionamenti … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 4. Il profondo Novecento
di Antonio Errico Nelle prime righe del prologo delle Storie di Giacobbe, Thomas Mann fa esplodere, come una mina, questa affermazione e questa domanda: : “Profondo è il pozzo del passato. Non dovremmo dirlo insondabile?”. Forse non tutto il passato … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 3. Al tempo degli argini smottanti
di Antonio Errico Dice di essere una contastorie, di credere nel potere delle storie, nella magia delle parole, perché le parole creano connessioni, ci rendono più consapevoli, più umani, più compassionevoli. Dice che i libri possono guidarci, ispirarci, svegliarci; a … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 2. Al principio della confusione
di Antonio Errico Ogni tempo pretende un racconto che in qualche modo lo rappresenti, che scopra ed esponga quelle che sono le sue ferite superficiali e profonde, che ne riveli le farse e le tragedie, le coerenze e le contraddizioni, … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 1. La letteratura non è di questo mondo
di Antonio Errico Ciascuno di noi pensa che ci sia qualcosa che possa cambiare il mondo. Ciascuno di noi pensa qualcosa di diverso da chiunque altro, o se pensa la stessa cosa di un altro, comunque la pensa in modo … Continua a leggere
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