Archivi categoria: I resti di Babele di Antonio Errico

I resti di Babele 25. La saggezza imprescindibile nei libri che ci saranno fatali

di Antonio Errico Il 23 aprile di ogni anno si celebra la giornata mondiale Unesco del libro e del diritto d’autore. In un saggio che si intitola La saggezza dei libri, Harold Bloom, il più celebre e influente critico americano, … Continua a leggere

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I resti di Babele 24. Insegnare la storia è compito di tutti

di Antonio Errico La storia, quella cosa che rappresenta l’esistere degli uomini nel tempo e nello spazio, con le loro fortune e le loro sfortune, con le loro nobiltà e le loro miserie, quella cosa forse ha insegnato poco, sempre. … Continua a leggere

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I resti di Babele 23. Tra memoria e conoscenza gli universi di una civiltà

di Antonio Errico Ci sono libri che ad ogni pagina spalancano universi di civiltà: raccontano storie di miti, di riti, di stagioni dell’esistenza che vengono e che vanno. Sono libri che mentre dicono di un passato disegnano orizzonti di futuro. … Continua a leggere

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I resti di Babele 22. Barocco, la pietra parlante nei libri di Cazzato e Manno

di Antonio Errico Quando qualche giorno fa alcuni amici che vorrebbero venire in Puglia per l’estate mi hanno chiesto quale libro consultare sul barocco, non ho avuto nessun bisogno di pensarci nemmeno un secondo e ho risposto così: Puglia barocca … Continua a leggere

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I resti di Babele 21. “Finibusterre” come chiave per descrivere il ‘900 salentino

di Antonio Errico La narrativa del Novecento salentino comincia nelle ultime pagine di Finibusterre di Luigi Corvaglia. Con un delirio. Con lo sgretolamento del mondo sotto gli occhi dei colerosi di un lazzaretto. Comincia con un’apocalisse, la furia di un … Continua a leggere

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I resti di Babele 20. Salvatore Cosentino, quando il teatro è corpo a corpo con l’idea

di Antonio Errico In principio è un’idea. Un nucleo di senso intorno al quale convergono – o si addensano – immagini suggestioni emozioni   interpretazioni memorie. Poi da quel nucleo di senso prendono forma ragionamenti, riflessioni, considerazioni, argomentazioni, analisi che trovano … Continua a leggere

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I resti di Babele 19. Luigi Malerba. Quella sceneggiatura che poteva essere un romanzo

di Antonio Errico Luigi Malerba, uno dei più grandi scrittori del Novecento, ha lavorato in modo significativo anche con sceneggiature per cinema e televisione. Diceva che la scrittura di sceneggiatura era un lavoro fatto anche con molta partecipazione ma senza … Continua a leggere

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I resti di Babele 18. Amore e poesia in Franco Melissano

di Antonio Errico Poesia d’amore , innanzitutto, è quella di Franco Melissano. Dice: “ Ristava nelle coppe del tuo seno/il profumo dei tuoi occhi appena schiusi”. Poesia d’amore e di memoria. Dice: “Voglio dimenticare/ ogni malinconia/per ricordar soltanto/il tempo dell’amore”. … Continua a leggere

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I resti di Babele 17. Vittore Fiore l’interprete del Sud e dell’Europa

di Antonio Errico Il 21 febbraio del Novantanove, a Capurso, moriva Vittore Fiore: pochi giorni dopo il riconoscimento da parte del Consiglio dei Ministri, del vitalizio previsto dalla legge Bacchelli, attribuito a personalità che onorano la patria in diversi settori. … Continua a leggere

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I resti di Babele 16. I racconti di Mimmo Tardio. Un lungo affetto per la memoria

di Antonio Errico La memoria bisogna saperla governare, non lasciando varchi aperti all’insolenza della nostalgia, meno che mai all’inganno del rimpianto. Bisogna considerarla per quello che è: una stratificazione di ricordi di occasioni, di incontri, di volti, di voci, di … Continua a leggere

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I resti di Babele 15. Ragni, musica e possessioni nello sguardo dell’antropologa

di Antonio Errico Giovane, appassionata, con un bagaglio rigonfio di attesa e di stupore, con gli occhi spalancati sul paesaggio e il cuore che si apriva all’incontro di storie e di esistenze, Annabella Rossi venne in Salento con l’équipe di … Continua a leggere

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I resti di Babele 14. La cultura della sensibilità per interpretare il reale

di Antonio Errico C’erano una volta contadini che non avevano fatto alcuna scuola ma che avevano una sensibilità amorosa verso un albero di ulivo. Lo crescevano. Lo accudivano.  Si spera che ce ne siano ancora. Poi i tempi sono cambiati … Continua a leggere

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I resti di Babele 13. La penna di Albahari custode della memoria

di Antonio Errico Un mestiere è il simbolo di una civiltà, la rappresentazione di una dimensione sociale, economica, soggettiva, collettiva, di benessere, di sviluppo, di progresso. Racconta molte storie, si compone di stratificazioni semantiche, è la sintesi di presente e … Continua a leggere

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I resti di babele 12. Il primato dell’essere umano nelle certezze dell’infinito

di Antonio Errico L’Infinito che si manifesta nella luce di una tela di Caravaggio o nei colori della notte stellata di Van Gogh, la tecnologia non ce lo può dare. Quell’Infinito è una condizione che appartiene all’arte custodita dalle mani, … Continua a leggere

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I resti di Babele 11. La consapevolezza del passato contro la civiltà smemorata

di Antonio Errico Si racconta che una volta un giovane musicista sottopose a Gioacchino Rossini una composizione, chiedendo al maestro la sua valutazione illuminata. Rossini rispose che c’è del nuovo e c’è del bello, ma ciò che è nuovo non … Continua a leggere

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I resti di Babele 10. Poche righe, come spiccioli

di Antonio Errico Mattino di maggio. Una piazza di paese. Rondini che si inseguono, che accerchiano il campanile. Seduto al tavolino di un bar, l’uomo pensa che gli piacerebbe scrivere lì. Ma non lo fa. L’uomo pensa che la scrittura … Continua a leggere

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I resti di Babele 9. Le cose

di Antonio Errico Non hanno più senso, non hanno più valore, non hanno più funzione, non servono più, sono vecchi, sono storia di piccole storie: di assai piccole storie. Però appartengono ai giorni nostri che sono passati, alla nostra esperienza … Continua a leggere

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I resti di babele 8. Si riparano bambole

di Antonio Errico L’uomo è piccolo, ha solchi sul volto, baffi sbilenchi, gli occhi infossati, un’età senza gli anni, un respiro affannoso. Il basso nella città vecchia è come una catacomba in cui il sole arriva e va via come … Continua a leggere

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I resti di Babele 7. Solitudini

di Antonio Errico Lo incontro in un angolo d’ombra, seduto sulla panchina di una piazza, con un cappello di paglia e I demoni di Fedor Dostoevskij tra le mani. Dico: – Vecchio vizio, i libri, professore. – Mi risponde: – Sì,  un … Continua a leggere

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I resti di Babele 6. Castelli di sabbia

di Antonio Errico Forse Castel del Monte fu innalzato così: come quel  castello di sabbia sulla spiaggia impastato da un bambino. Con la stessa maestria, con la stessa sapienza, con la stessa distanza da tutto il mondo che formicola intorno. … Continua a leggere

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