Archivi categoria: I resti di Babele di Antonio Errico

I resti di Babele 20. Salvatore Cosentino, quando il teatro è corpo a corpo con l’idea

di Antonio Errico In principio è un’idea. Un nucleo di senso intorno al quale convergono – o si addensano – immagini suggestioni emozioni   interpretazioni memorie. Poi da quel nucleo di senso prendono forma ragionamenti, riflessioni, considerazioni, argomentazioni, analisi che trovano … Continua a leggere

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I resti di Babele 19. Luigi Malerba. Quella sceneggiatura che poteva essere un romanzo

di Antonio Errico Luigi Malerba, uno dei più grandi scrittori del Novecento, ha lavorato in modo significativo anche con sceneggiature per cinema e televisione. Diceva che la scrittura di sceneggiatura era un lavoro fatto anche con molta partecipazione ma senza … Continua a leggere

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I resti di Babele 18. Amore e poesia in Franco Melissano

di Antonio Errico Poesia d’amore , innanzitutto, è quella di Franco Melissano. Dice: “ Ristava nelle coppe del tuo seno/il profumo dei tuoi occhi appena schiusi”. Poesia d’amore e di memoria. Dice: “Voglio dimenticare/ ogni malinconia/per ricordar soltanto/il tempo dell’amore”. … Continua a leggere

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I resti di Babele 17. Vittore Fiore l’interprete del Sud e dell’Europa

di Antonio Errico Il 21 febbraio del Novantanove, a Capurso, moriva Vittore Fiore: pochi giorni dopo il riconoscimento da parte del Consiglio dei Ministri, del vitalizio previsto dalla legge Bacchelli, attribuito a personalità che onorano la patria in diversi settori. … Continua a leggere

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I resti di Babele 16. I racconti di Mimmo Tardio. Un lungo affetto per la memoria

di Antonio Errico La memoria bisogna saperla governare, non lasciando varchi aperti all’insolenza della nostalgia, meno che mai all’inganno del rimpianto. Bisogna considerarla per quello che è: una stratificazione di ricordi di occasioni, di incontri, di volti, di voci, di … Continua a leggere

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I resti di Babele 15. Ragni, musica e possessioni nello sguardo dell’antropologa

di Antonio Errico Giovane, appassionata, con un bagaglio rigonfio di attesa e di stupore, con gli occhi spalancati sul paesaggio e il cuore che si apriva all’incontro di storie e di esistenze, Annabella Rossi venne in Salento con l’équipe di … Continua a leggere

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I resti di Babele 14. La cultura della sensibilità per interpretare il reale

di Antonio Errico C’erano una volta contadini che non avevano fatto alcuna scuola ma che avevano una sensibilità amorosa verso un albero di ulivo. Lo crescevano. Lo accudivano.  Si spera che ce ne siano ancora. Poi i tempi sono cambiati … Continua a leggere

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I resti di Babele 13. La penna di Albahari custode della memoria

di Antonio Errico Un mestiere è il simbolo di una civiltà, la rappresentazione di una dimensione sociale, economica, soggettiva, collettiva, di benessere, di sviluppo, di progresso. Racconta molte storie, si compone di stratificazioni semantiche, è la sintesi di presente e … Continua a leggere

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I resti di babele 12. Il primato dell’essere umano nelle certezze dell’infinito

di Antonio Errico L’Infinito che si manifesta nella luce di una tela di Caravaggio o nei colori della notte stellata di Van Gogh, la tecnologia non ce lo può dare. Quell’Infinito è una condizione che appartiene all’arte custodita dalle mani, … Continua a leggere

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I resti di Babele 11. La consapevolezza del passato contro la civiltà smemorata

di Antonio Errico Si racconta che una volta un giovane musicista sottopose a Gioacchino Rossini una composizione, chiedendo al maestro la sua valutazione illuminata. Rossini rispose che c’è del nuovo e c’è del bello, ma ciò che è nuovo non … Continua a leggere

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I resti di Babele 10. Poche righe, come spiccioli

di Antonio Errico Mattino di maggio. Una piazza di paese. Rondini che si inseguono, che accerchiano il campanile. Seduto al tavolino di un bar, l’uomo pensa che gli piacerebbe scrivere lì. Ma non lo fa. L’uomo pensa che la scrittura … Continua a leggere

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I resti di Babele 9. Le cose

di Antonio Errico Non hanno più senso, non hanno più valore, non hanno più funzione, non servono più, sono vecchi, sono storia di piccole storie: di assai piccole storie. Però appartengono ai giorni nostri che sono passati, alla nostra esperienza … Continua a leggere

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I resti di babele 8. Si riparano bambole

di Antonio Errico L’uomo è piccolo, ha solchi sul volto, baffi sbilenchi, gli occhi infossati, un’età senza gli anni, un respiro affannoso. Il basso nella città vecchia è come una catacomba in cui il sole arriva e va via come … Continua a leggere

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I resti di Babele 7. Solitudini

di Antonio Errico Lo incontro in un angolo d’ombra, seduto sulla panchina di una piazza, con un cappello di paglia e I demoni di Fedor Dostoevskij tra le mani. Dico: – Vecchio vizio, i libri, professore. – Mi risponde: – Sì,  un … Continua a leggere

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I resti di Babele 6. Castelli di sabbia

di Antonio Errico Forse Castel del Monte fu innalzato così: come quel  castello di sabbia sulla spiaggia impastato da un bambino. Con la stessa maestria, con la stessa sapienza, con la stessa distanza da tutto il mondo che formicola intorno. … Continua a leggere

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I resti di Babele 5. La macchina da scrivere

di Antonio Errico Così, all’improvviso, senza nessun sintomo, nessun avvertimento, il computer s’inchioda, non va avanti né indietro. Non risponde ai clic. Non si spegne nemmeno. Il gatto sul desktop mi fissa sornione. Il cellulare del tecnico mi informa con … Continua a leggere

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I resti di Babele 4. L’insostituibile essenzialità dei libri

di Antonio Errico “Anche quando avevamo libri a nostra disposizione, molto tempo fa, non abbiamo saputo trarre profitto da ciò che essi ci davano. Abbiamo continuato come se niente fosse ad insultare i morti. Abbiano continuato a sputare sulle tombe … Continua a leggere

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I resti di Babele 3. La memoria dei fogli nei cassetti

di Antonio Errico Sui fogli di un’agendina sprofondata in un cassetto, ci sono segnati i numeri di telefono di persone conosciute in almeno trent’anni. Fogli ingialliti. Inchiostro stinto. Anche numeri di creature che sono state e non sono più, di … Continua a leggere

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I resti di Babele 2. Raffaele La Capria, l’ultimo narratore capace di scrivere il tempo

di Antonio Errico Quando si prova una bella, affettuosa e beneagurante invidia, bisogna confessarla. Allora io confesso che per Raffaele La Capria provo una bella, affettusa e beneaugurante invidia. Il tre di ottobre avrà novantacinque anni, e pensa acutamente ancora, … Continua a leggere

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I resti di Babele 1. Quale libro per le vacanze?

di Antonio Errico Qualche volta accade che qualcuno ti chieda il consiglio di un libro da leggere in vacanza. Poche altre domande mettono a disagio allo stesso modo. Consigliare un libro da leggere è un’impresa difficile in generale. Consigliare un … Continua a leggere

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