di Rosario Coluccia
Il sito ufficiale di INVALSI ha da poco pubblicato i risultati delle Prove nazionali 2021. L’indagine ha coinvolto oltre 1.100.000 allievi della Scuola primaria (classi II e V), circa 530.000 studenti della Secondaria di primo grado (classe III) e circa 475.000 studenti della Secondaria di secondo grado (ultimo anno). Una campionatura estesa, volta a misurare il livello di competenza in Italiano, Matematica e Inglese raggiunto dalle diverse fasce di studenti: in sostanza fotografa lo stato di salute del nostro sistema scolastico. Le prove di quest’anno sono significative perché sono le prime dopo lo scoppio della pandemia, in un anno scolastico caratterizzato dalla coesistenza di didattica in presenza e didattica a distanza (alternanti a seconda delle situazioni e delle variabili condizioni sanitarie). Eccone di seguito i risultati, riassunti in maniera molto sintetica.
Nella scuola primaria il confronto dell’indagine 2021 con la precedente 2019 presenta un quadro di sostanziale stabilità. I risultati medi per Italiano sono oggi in tutto il Paese simili a quelli dell’indagine precedente, con un leggero incremento degli allievi che si attestano ai livelli più alti. Per Matematica si osserva un leggero calo del risultato medio complessivo rispetto al 2019 e una piccola riduzione del numero degli allievi che raggiungono risultati buoni o molto buoni. Complessivamente buoni e non dissimili da quelli del 2019 sono i risultati per Inglese.
Riporto qui il mio commento, già pubblicato nel sito dell’Accademia della Crusca il 12 agosto 2021.
Se per il docente di liceo nell’esercizio del suo lavoro in DAD o in presenza vi è un buco nero, intorno al quale nasce e prospera il sospetto e l’inganno, questo è la Prova Invalsi. Un tempo oggetto di resistenza, oggi di semplice resilienza (non condivido, ma mi adeguo). Chi insegna Arte, Scienze, Scienze motorie, Storie e Filosofia, ecc., per l’occasione essendo ignorato dal Miur, non nutre alcun malumore, ma gli insegnanti di Italiano, Matematica, Inglese godono di uno statuto speciale poiché il loro compito principale, vigilato dal solerte dirigente scolastico, durante tutto l’anno, è quello di preparare gli studenti alla Prova Invalsi (un vero mantra). Sicché, nel sistema educativo italiano, tutto il resto è noia!
A che servirà davvero la Prova Invalsi? E se servisse solo alla Scuola-Azienda per i suoi indicibili scopi? Sospetto! Teoria del complotto! Qualcuno, pochi o molti, non si sa, è disposto a fare carte false, purché i risultati della Prova non gli si ritorcano contro! Ecco l’inganno, il cheating, come insegna il burocrate anglomane. Lo studente comprende bene a che gioco si stia giocando, e si adegua, anche lui resiliente. Alla fine, al netto di sospetti e di inganni, il Sud perde sempre, il Centro pareggia e il Nord vince. Dai tempi della guerra ai Borboni sembra che non sia cambiato nulla. Ma se tutto questo si sapeva già prima, perché sprecare milioni di euro per tenere in piedi questa baracca? Mah!
La mia esperienza della DAD: molto, molto alienante! Meglio che stare in classe con mascherina davanti a studenti mascherati. Ma che si possa pensare di proporre la DAD anche in tempi normali, con la motivazione di risparmiare tempo e denaro, beh, questo proprio non lo condivido. Anzi, mi sembra un segno inequivocabile della decadenza della nostra scuola.
Giù la maschera, dunque, e in tempo di pandemia portiamo i nostri studenti ben distanziati, e vaccinati, in campagna, negli spazi aperti. Nel nostro piccolo, imitiamo il Maestro, che non aveva bisogno di aula per i suoi insegnamenti e i mercanti del Tempio sapeva trattarli come si deve!
Gianluca Virgilio