di Gianluca Virgilio
Poco dopo aver partecipato alla battaglia di Lepanto del 1571, decisiva per le sorti dell’epocale conflitto tra i Turchi e l’Occidente cristiano, un soldato e proprietario di galere, figlio di banchieri genovesi, Davide Imperiale, acquista il feudo di Francavilla con Oria e Casalnuovo (Manduria), cioè una fascia di territorio molto vasta compresa tra lo Ionio e l’Adriatico, dando origine ad una svolta nel governo di quest’area della Terra d’Otranto; il governo di una famiglia, gli Imperiale appunto, che vi regnò con titolo principesco fino al 1782, data coincidente con la morte di Michele IV, ultimo discendente della dinastia. Si comprende bene come il dominio incontrastato o quasi (pare che ad Oria ci sia stato qualche problema col Vescovato e con l’Università, ragion per cui meno definito fu l’influsso degli Imperiale ad Oria) di due secoli e più di questa famiglia abbia determinato le sorti non solo delle tre città mentovate, ma anche del territorio rurale circostante e di non pochi borghi viciniori. E’ quanto si evince dalla lettura della tesi del dottorato di ricerca in Storia e critica dell’Architettura (Seconda Università di Napoli) di Vita Basile, approfondita nella pubblicazione in un volume ricchissimo di fotografie col titolo Gli Imperiali in Terra d’Otranto. Architettura e trasformazioni urbane a Manduria, Francavilla Fontana e Oria tra XVI e XVIII secolo, Mario Congedo Editore, Galatina 2008, pp. XVI-165, edito col n. 6 della Collana Architettura e Città diretta da Vincenzo Cazzato. Lo stesso Cazzato firma la Presentazione, dichiarando di considerare lo studio di Vita Basile come “un importante tassello dell’Atlante tematico delle residenza nobiliari nell’Italia meridionale, opera quest’ultima coordinata da Marcello Fagiolo” (p. VII). Segue la Prefazionedi Giosi Amirante che riassume il contenuto del volume, e mette in luce la correttezza metodologica di Vita Basile.