La bellezza da scoprire dietro finestre da spalancare: il potere dell’arte e della scienza

di Antonio Errico


Edward Hopper: La capanna del silenzio (Cape Cod Morning) 1959.

In una delle ultime pagine di Helgoland, Carlo Rovelli scrive: “Ogni visione è parziale. Non esiste un modo di vedere la realtà che non dipenda da una prospettiva. Non c’è un punto di vista assoluto, universale. I punti di vista tuttavia comunicano, i saperi sono in dialogo fra loro e con la realtà, nel dialogo si modificano, si arricchiscono, convergono, la nuova comprensione della realtà si approfondisce”.

Con un’associazione forse non del tutto impropria, queste righe di Rovelli potrebbero riportare alla memoria quella metafora che Henry James elabora nella prefazione al Ritratto di signora, dove dice che la casa della narrativa non ha una sola finestra ma un milione, un numero quasi incalcolabile di possibili finestre, ognuna delle quali è stata aperta o è ancora da aprire, in relazione alla necessità o alla volontà della visione.  “Queste aperture, di forma e misure dissimili, danno tutte sulla scena umana, sì che ci si potrebbe aspettare, da esse, una identità di riproduzione maggiore di quella che troviamo. Esse sono finestre nel migliore dei casi o altrimenti meri fori in un muro morto, sconnessi, collocati in alto; non sono porte coi cardini che si aprano direttamente sulla vita. Ma hanno questa caratteristica, che ad ognuna di esse v’è una figura con un paio d’occhi o almeno con un binocolo, che costituisce uno strumento unico di osservazione, il quale assicura a chi ne fa uso un’impressione distinta da ogni altra. Lui e i suoi vicini osservano lo stesso spettacolo, ma uno vede di più là dove un altro vede di meno, uno vede nero là dove un altro vede bianco, uno vede grande là dove un altro vede piccolo”, uno vede rozzo là dove un altro vede delicato.

Così dice James, e ha ragione: tutte le finestre danno sulla scena umana. Probabilmente per la circostanza che tutto quello che si vuole e che si può comprendere riguarda la condizione dell’umano, anche quando qualche volta si ha l’impressione che non sia così.

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