Dodici esemplari di odeporica dal Tre al Novecento in un libro di Rita Nicolì
di Fabio D’Astore
Allestito con cura da Rita Nicolì, è uscito il ponderoso volume Scritture tra due mari (Bari, Cacucci editore 2020, pp. 495), n. 6 della Collana Polysemi. Studi e testi di letteratura odeporica di area adriatico-ionica; Collana che nobilita il Programma Interreg V-A Grecia-Italia, sostenuto dall’Unione Europea e dai due Stati membri (Grecia e Italia).
Occorre subito sottolineare che il volume, che reca il titolo in italiano: Scritture tra due mari e inglese: Writings between two Seas, appare il frutto di un lungo e paziente lavoro di ricerca svolto da Nicolì, che, conseguito il dottorato di ricerca in “Letterature e filologia” presso l’Università del Salento, si è occupata con profitto di Letteratura (con particolare riferimento alla poesia del sec. XVIII), teatro e odeporica, pubblicando articoli e saggi su riviste e volumi miscellanei e l’interessante monografia Tra nuove scienze, istanze massoniche e contesti europei. La poesia d’occasione a Napoli dall’Arcadia al Neoclassico (Lecce, Pensa 2018).
Tanto lodevole quanto davvero improba dev’essere risultata la fatica di stabilire un qualche legame di fondo tra i brani proposti, di creare una corona di dodici scritture, che invece appaiono eterogenee non solo per la distanza tra i generi e l’appartenenza a canoni diversi ma anche, e forse soprattutto, per le diverse sensibilità degli autori e le peculiarità sociali, civili, economiche, politiche, religiose degli ambienti all’interno dei quali quegli scritti maturarono. Ecco perché l’autrice, nella densa Nota introduttiva (anch’essa nella duplice versione anglo-italiana) con la quale si apre il volume, avverte la necessità di chiarire subito che è la «stretta pertinenza con i luoghi dell’Area di progetto a fare da denominatore comune alle scritture proposte», con la «possibilità di offrire una campionatura significativa di generi distanti nel tempo e diversi per canone» (p. 8).