di Antonio Prete
Lungo il ciglio, sopra il muschio,
cadono foglie morte dai noccioli.
Sul tronco del cipresso il lichene
ha figurato sagome d’animali.
Il canale ristagna lungo gli olmi.
.
Nel viottolo una donna, un cesto di vivande
nelle mani, saluta me, saluta il cane,
svolta dove una casa di pietra traspare
tra il fogliame del canneto.
All’orizzonte un velo già scurisce
il profilo dell’antica città.
.
Il ritmo del mondo, sai, pare dica
priva di voce una voce, è anche in questo
andare prima di sera, tu e il cane,
lungo uno stradone, gli occhi sul ciglio
d’erbe, sugli alberi spogli di tempo,
sulle tracce che fanno disegni nella mota.
.
Tra poco in alto brillerà Auriga,
con i cuccioli, la capra, le nebulose.
Gli chiederai che tenga a bada
dalla sua splendente lontananza
lo sciame d’anni che alle spalle
manda ronzii, rimugina rimpianti.