di Antonio Prete
Un fagiano, l’improvviso sfrascare,
il volo verso la linea dei lecci.
Quale nodo o legge lo accorda
al vortice infiammato di un astro
che deflagra e s’inabissa?
.
Che cosa unisce, nell’ombra della sera,
il passo del ragazzo all’urlo dell’onda
sulla scogliera, al sonno del cane sul viale,
all’impeto del vento nel faggeto?
.
Dall’origine gettati nel mondo,
siamo respiro del tempo, diceva,
del suo transito verso l’oltretempo,
mentre si sfoglia e profuma la rosa
dell’infinito, e vola senza posa.