Fokà, testa quadrata, capomastro dello Stato

di Evgenij Permjak

Da qualche parte regnava un buono a nulla, lo zar Tonto. Come spesso succede, tutti i suoi ministri, i consiglieri, gli ufficiali dei dicasteri, corrispondendogli a pennello, avevano fama di perfetti deficienti. Il popolo, invece, da quelle parti, era sorprendentemente navigato e sveglio. Tra il popolo c’erano dei bravi maestri capaci di escogitare ogni sorta di cose sorprendenti. Prendiamone, per esempio, uno per tutti: Fokà, un contadino servile…

Questa favola è su di lui…

…Una volta i contadini seminarono per lo zar Tonto dei piselli… La terra del campo era perfetta. Le piogge arrivarono al momento giusto, esattamente quando e quanto serviva. E non c’era neppure stato alcun bisogno di farsi dare in prestito dagli stati e dai regni stranieri né calore, né luce del sole. Crebbero degli ottimi piselli, ma ci fu un problema: un giorno il campo verde di piselli divenne nero-nero a causa dell’arrivo di una nube di cornacchie nere di dimensioni incalcolabili. Il raccolto rischiò di andare perduto, beccato tutto quanto da queste voracissime bestiacce nere.

«Cosa dobbiamo fare, come dobbiamo agire, quali sono i tuoi ordini, nostro savio zar Tonto Tontovič?» – disse, facendo un profondo inchino allo zar, il primo ministro-consigliere Cranio Vuoto, del dicastero dell’agricoltura.

«Convocate subito il consiglio dei ministri!» – ordinò lo zar Tonto.

Convocarono il consiglio e il consiglio si mise a consigliarsi.

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