di Carmen Gasparotto
Da dove incomincia una vita? Dalla data di nascita, da quella dei genitori? O ancora prima? Sono interrogativi che affascinano e che riguardano la questione del carattere e del destino. Secondo lo psicanalista e filosofo Hillman, trovano risposta nella nostra vocazione di vita come qualità innata. Sarà vero? Sarà davvero la missione della nostra vita realizzarne le spinte seguendo il richiamo del nostro daimon? È solo uno dei tanti e interessanti spunti di riflessione che accompagnano la lettura del libro di Marina Giovannelli “Sulle tracce di Gasperina” (Kappa Vu edizioni) che riporta come sottotitolo “Una biografia congetturale” ammettendo in tal modo e fin da subito i limiti dell’investigazione e delle evidenze legate ai fatti e alla realtà oggettiva.
Si legge come un romanzo la storia di Gasperina, nata a Osoppo, comune del Medio Friuli, nel 1913 e iscritta all’anagrafe con nome sbagliato probabilmente per ignoranza dell’addetto comunale che, forse, mai aveva udito prima il nome “Gaspara”, e scomparsa a Udine quasi centenaria. Quel nome “Gasperina” verrà presto cambiato in “Luisa” dal suono più moderno e raffinato – quasi una nuova identità – che sarà usato anche in occasioni ufficiali senza che a nessuno venga il dubbio se si tratti o meno del nome vero. Un cambiamento radicale che molto dice sul carattere determinato di Gasperina.