di Antonio Prete
Per tenda hai il cielo, tuo tappeto è il vento.
Vai su un carro di nuvole e le fiamme
sono la tua voce.
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Sta la terra negli spazi stellari
gelata di stupore, la lambiscono
gli oceani, la sferzano.
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S’abbeverano di sera l’onagro
e il cervo al fiume addormentato a valle,
vegliato dai monti.
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Se di pioggia la terra è sazia, folta
è l’erba, saldo l’ulivo, e la vigna
allieta i pensieri.
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Nella foresta danzano i camosci,
si rifugiano in alto le marmotte,
nelle fredde pietre.
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Il sole ha per sua compagna la luna
nel governo delle stagioni, e il giorno
sconfigge la notte.
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Osserva quel che letizia nasconde.
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Il rigoglio delle piante
è un oltraggio per chi ha fame,
il balzo del cervo un volo
verso la ferita.
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Muta è la terra, trafitta
dalla tua apparenza.
