di Gianluca Virgilio
Lo storico Mario Casella ha raccolto tre articoli già apparsi tra il 1987 e il 2000 negli “Itinerari di Ricerca Storica”, rivista del Dipartimento di Scienze Storiche dal Medioevo all’Età Contemporanea dell’Università del Salento, diretta da Bruno Pellegrino, pubblicandoli sotto il titolo Chiesa e società in Italia tra fascismo e democrazia, con sottotitolo Il conflitto sulla laicità dello Stato (1943-1948), Congedo Editore, Galatina, 2008, pp. 410. Come si comprende subito da titolo e sottotitolo, si tratta di un tema spinoso, anzi spinosissimo, poiché tocca argomenti di grandissima attualità (si pensi al caso Englaro e al testamento biologico, e alle dichiarazioni di Benedetto XVI sull’uso del profilattico). La disposizione dello storico, che sempre dovrebbe essere sine ira ac studio, rischia di essere turbata dagli eventi dell’attualità che suscitano in ognuno di noi inestricabili e dannose passioni partigiane. In effetti, Casella non fa nulla, già nella Introduzione (pp. 5-11), per sganciare l’oggetto del suo studio dalla per così dire politica militante, subito invitando il lettore a paragonare “i contenuti e l’asprezza dei toni”, che contraddistinsero la polemica tra la Chiesa cattolica e una parte del mondo politico negli anni quaranta del Novecento, alle recenti vicende della “Sapienza”, dove “nel gennaio 2008, alcuni professori e studenti (sedicenti “laici”, ma in realtà “laicisti”) hanno costretto Papa Benedetto XVI ad annullare la sua prevista visita all’Ateneo romano per l’inaugurazione dell’anno accademico” (p. 5). Nella nota n. 1 della stessa pagina d’apertura, Casella precisa quale sia l’intelaiatura ideologica del suo pensiero, tutta fondata sulla distinzione tra “laico” e “laicista”: “A mio avviso, è necessario distinguere tra “laico” e “laicista”: il primo mostra con i fatti di non avere pregiudizi nei confronti di chi non la pensa come lui, di essere sinceramente disposto a rispettare i “diversi” e a confrontarsi con loro; il secondo, ritenendo di essere sempre nel vero e nel giusto, non ama mettersi in discussione ed essere contraddetto, e soprattutto dimostra disprezzo e intolleranza verso chi dissente da lui”. Per essere più precisi, giacché Casella avverte l’esigenza, prima di ogni discorso, di chiarire il suo punto di vista, riporto anche quello che l’autore aggiunge nella nota n. 3 della stessa pagina: “A mio modo di vedere, del mondo “laico” fanno parte non solo non credenti variamente ispirati, ma anche quei credenti, sacerdoti compresi, che si mostrano sinceramente rispettosi della distinzione (non separazione!) tra Chiesa e Stato, tra religione e politica, tra la sfera di Dio e quella di Cesare”.