di Giuseppe Spedicato
Gaël Giraud, economista e gesuita francese, il 4 aprile di quest’anno ha pubblicato un interessante articolo sulla rivista Civiltà cattolica[1], “per ripartire dopo l’emergenza COVID-19”.
Giraud tratta dell’attuale pandemia, delle sue cause e dei suoi effetti.
Cerco di riassumere i concetti più importanti esposti nell’articolo.
- Dobbiamo prendere atto che l’Occidente, dal punto di vista sanitario, non ha strutture e risorse pubbliche adeguate a far fronte a questa pandemia;
- la posizione di molti specialisti di salute pubblica è coerente su un punto: la pandemia Covid-19 sarebbe dovuta rimanere una epidemia più virale e letale dell’influenza stagionale, con effetti lievi sulla grande maggioranza della popolazione, e molto seri solo su una piccola frazione di essa. Invece – se consideriamo in particolare alcuni Paesi europei e gli Stati Uniti – lo smantellamento del sistema sanitario pubblico ha trasformato questo virus in una catastrofe senza precedenti nella storia dell’umanità e in una minaccia per l’insieme dei nostri sistemi economici;
- sarebbe stato relativamente facile frenare la pandemia praticando lo screening sistematico delle persone infette sin dall’inizio dei primi casi; monitorando i loro movimenti; ponendo in quarantena mirata le persone coinvolte; distribuendo in modo massiccio mascherine all’intera popolazione a rischio di contaminazione, per rallentare ulteriormente la diffusione;
- abbiamo avuto questa catastrofe perché i sistemi sanitari pubblici sono stati trasformati in industrie mediche in fase di privatizzazione.
Dalle osservazioni di Giraud, si deduce che se i sistemi sanitari sono sempre più delle industrie e per di più in fase di privatizzazione, non possono che avere come primo obiettivo quello di fare profitti. Se ne deduce inoltre, che prevenire eventi come una pandemia non è redditizio, pertanto è normale non premunirsi di mascherine, di test da eseguire massicciamente e di ventilatori.
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