di Ferdinando Boero
A chi va il petrolio della Puglia?
Il Quotidiano
ha pubblicato in un’intervista alcune mie impressioni sulle trivellazioni nel
nostro mare. Avrei ancora qualcosa da dire.
Studio il mare per mestiere, e mi astengo sempre dal fare valutazioni su questa
materia se non ho abbastanza elementi per esprimere un parere che potrebbe
essere considerato più di una semplice opinione di un cittadino. Su questo tema
non ho abbastanza elementi, come studioso del mare. Però ne ho come cittadino,
e come tale mi esprimo.
Tutti usiamo il
petrolio e, anche se penso che dovremmo affrancarci da questa schiavitù, non
vedo una liberazione dal petrolio nel breve termine. Dobbiamo promuovere
politiche in questo senso, ma intanto abbiamo bisogno di petrolio. Ora ci
procuriamo petrolio con metodi che potrebbero essere etichettati come
“imperialisti”. Andiamo a perforare il suolo o il fondo del mare di altri stati
e importiamo il loro petrolio. Essere contrari all’estrazione di petrolio nel
nostro territorio, estraendolo da altri territori, potrebbe essere definita
un’ipocrisia. Se in Italia c’è il petrolio, penso che sia nostro dovere, in
quanto consumatori di petrolio, di estrarlo, anche per diminuire la nostra
pressione sul territorio di altri. E anche per affrancarci dalla schiavitù nei
confronti dei produttori.
Dovrebbe essere nostro interesse estrarre quel petrolio con tutte le cautele
possibili, per evitare disastri. E questo lo dovremmo fare anche nei paesi dove
siamo noi ad estrarre. Il più grave disastro petrolifero in Mediterraneo è
quello della Haven, una petroliera che stava scaricando il suo petrolio nelle
raffinerie vicino a Genova. Eh già. Anche se non lo estraiamo, visto che lo
usiamo, prima o poi con il petrolio abbiamo a che fare e i rischi ci sono lo
stesso.