di Guglielmo Forges Davanzati
Il salotto invisibile. Chi ha il potere a Lecce? è un libro che merita di essere letto con attenzione. Curato da tre sociologi dell’Università del Salento, Valentina Cremonesini, Stefano Cristante e Mariano Longo, ha il pregio di fornire una imponente mole di informazioni, all’interno di un quadro interpretativo molto ben definito nell’Introduzione, di massima utilità per capire quali dinamiche sociali prevalgono in una piccola città del Mezzogiorno. Il volume si inserisce all’interno di una ricerca di più ampio respiro (denominata Smallville), partita dal 2007, che ha dato luogo, fin qui, a due importanti pubblicazioni: la prima, sulle campagne elettorali in città e la seconda sui rapporti fra la città e la sua Università. Si tratta, peraltro, di ricerche che si collocano nell’ambito di un indirizzo ormai consolidato nelle scienze sociali, a partire da pionieristici contributi dei coniugi Lynd negli anni trenta del Novecento, che fa riferimento all’analisi delle dinamiche di potere all’interno di piccoli centri urbani.
Lecce è una città che ha sperimentato, nel corso dell’ultimo decennio, una crescita della propria visibilità probabilmente senza precedenti nella storia dei piccoli centri urbani italiani. Lecce è ora nota, su scala nazionale e internazionale, come “capitale del barocco”, con bellezze paesaggistiche e artistiche pressoché ineguagliabili. Un luogo nel quale è gradevole vivere, e che merita di essere visitato.
Questa è l’immagine che, con notevoli competenze di marketing turistico, la città e la sua provincia sono riusciti a guadagnarsi. E l’impennata di afflussi turistici degli ultimi anni sta a dimostrare che questa operazione ha funzionato. Ma, a fronte di questi successi, occorre chiedersi quali sono le dinamiche sociali interne alla città.