di Guglielmo Forges Davanzati
La riforma dell’IRPEF, in discussione in Parlamento in questi giorni, mira a ridurre la tassazione che grava sulle famiglie a più basso reddito. Si tratta di un primo tentativo di inversione di rotta rispetto a quanto fatto dai governi precedenti.
Questi ultimi hanno realizzato politiche di consolidamento fiscale e di moderazione salariale. La moderazione salariale è pensata per far crescere le esportazioni nette, tramite contrazione delle importazioni e aumento delle esportazioni. Esiste uno iato fra obiettivi desiderati e obiettivi raggiunti. In altri termini, ci si aspetta una riduzione del rapporto debito pubblico/Pil e un aumento delle esportazioni, mentre, di fatto il primo rapporto è aumentato e la dinamica delle esportazioni è rimasta ferma almeno fino al 2013.Ciò a ragione del fatto che le nostre esportazioni, soprattutto nel settore agroalimentare e dei beni di lusso, sono trainate da competitività non di prezzo, ovvero dalla qualità effettiva o percepita delle nostre produzioni.
La moderazione salariale ha effetti di segno negativo sulla dinamica della produttività del lavoro, la quale dipende dallo stock di capitale fisso, dal capitale umano e da variabili motivazionali. La riduzione del tasso di crescita della produttività del lavoro è il fattore che maggiormente frena la crescita economica italiana, a seguito del fatto che essa dipende dalla bassa accumulazione di capitale. Ci si riferisce, in particolare, al fatto che il settore privato non innova e che conseguentemente occorre che le innovazioni siano generate dal settore pubblico. Ciò accade soprattutto nel Mezzogiorno. In alcuni segmenti dell’industria italiana, si può osservare una spontanea tendenza a innovare, a ragione della circostanza per la quale le innovazioni riducono il costo del lavoro per unità di prodotto (ovvero il rapporto fra salario e produttività del lavoro) e sono finanziate attraverso il credito bancario. In queste circostanze, l’erogazione di credito da parte delle imprese può non incontrare vincoli di scarsità nella creazione di moneta.