di Antonio Prete
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Può l’esistenza farsi alfabeto,
suono, verbo di presenza?
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Il respiro della terra e del dolore
sfiora la pelle delle sillabe,
non è sangue e corpo della lingua,
ma solo ospite, solo passeggero.
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Il mare lambisce appena la lettera
che lo dice.
E si spegne il cielo nella parola
che lo accoglie.