di Rosario Coluccia
Agli inizi di quest’anno nelle sale cinematografiche è uscito il film Il professore e il pazzo (The Professor and the Madman nell’originale), regia di Farhad Safinia, con due attori di primissimo piano come Mel Gibson e Sean Penn e altri protagonisti molto bravi. Eccone la trama. Siamo in Inghilterra, alla fine del secolo XIX. Il professor James Murray dirige una commissione incaricata di redigere l’Oxford English Dictionary, un imponente vocabolario che si propone di raccogliere tutte le parole della lingua inglese, indicarne la data di prima attestazione, spiegarne l’etimologia, le variazioni di significato subite nel corso del tempo, le citazioni che ricorrono nei testi letterari e in altre fonti. L’impresa è iniziata vent’anni prima, ma procede lentamente data l’enorme mole di lavoro che essa comporta: si tratta di condensare in una sola opera tutte le parole generate dalla lingua inglese nel corso dei secoli, in sostanza di ricostruire l’intera storia linguistica della nazione, dalle attestazioni più antiche fino alla contemporaneità. Un’impresa davvero ciclopica per la quantità di documentazione che essa comporta; non può essere affrontata da un gruppo di lavoro ristretto, per quanto agguerrito e animato da volontà ferrea. Murray ha un’idea, sollecitare la collaborazione della nazione intera; lancia quindi un appello, chiede che ciascun cittadino trascriva su una cartolina e invii alla commissione un brano d’autore in cui ricorrono parole difficili o inconsuete, riempiendo così eventuali vuoti di documentazione, parole e significati sfuggiti alle “normali” indagini del gruppo di lavoro. L’intero popolo inglese è chiamato a collaborare alla creazione del vocabolario nazionale.