di Andrzej Nowicki
Una settimana fa, domenica 18 marzo 2007, una delle mie allieve, ascoltando il mio elogio di alcuni pensatori italiani contemporanei che hanno cambiato il nome dell’Universo in Moltiverso, molto migliore perché sottolinea la sua molteplicità di componenti diverse, mi chiese se non si dovesse, in un modo simile, cambiare il nome dell’Università in Moltiversità.
– Certamente – risposi e non posso perdonarmi di non aver pensato di farlo. Ma c’è una circostanza attenuante della mia negligenza, cioè che il nome polacco Wszechnica sottolinea questo pluralismo, non solo dei diversi settori del sapere, ma anche dei modi della ricerca. Ogni uniformismo significa malattia e morte della vita universitaria.
Se dovessi riassumere tutte le mie osservazioni sulla vita universitaria, dopo quarant’anni di attività didattica ed educativa, in un solo pensiero, il più importante di tutti, direi che alla forza dei potenti fattori uniformanti, come programmi, manuali, lezioni, esami, l’educatore deve contrapporre altrettanto potenti fattori diversificanti, che, sviluppando le differenze individuali, contribuiscono a formare una meravigliosa diversità delle persone, condizione indispensabile della ricchezza esuberante della Cultura.
Tra i progetti di “modernizzazione” dell’istruzione superiore si lancia oggi in Polonia un progetto particolarmente sfortunato della liquidazione delle “tesi di laurea”, come un relitto antiquato e completamente inutile. Questo progetto, lanciato dagli oscurantisti, tende alla distruzione del principale ostacolo all’uniformismo.