di Evgenij Permjak
Un altezzoso, borioso re disse ad un altro re: «Quanto sei piccolo e buffo! Nessuno ti rende gli onori consoni ad un sovrano. Non vieni neppure chiamato “Sua Maestà” o “Sire”. Che razza di re sei?»
«Ahimè» – rispose l’altro re, – «eppure sono un re vero. Inoltre sono il più famoso di tutti i re! Mi conosce il mondo intero! Su di me sono stati scritti e vengono scritti migliaia di libri. Incessantemente mi trovo su campi di battaglia… Tuttavia nessuno potrebbe chiamarmi re sanguinario, in quanto non verso il sangue di nessuno nelle battaglie vinte. Quando vengo sconfitto, rimango illeso. Certo, non potrei vantare né un’armata né una corte numerosa, posso però assicurare l’immortalità di tutti i miei sudditi. Il mio castello non ha che due torri, ma sono torri indistruttibili. Sono l’unico di tutti i re che non può essere spodestato dal trono. Sono l’unico di tutti i re cui la rivoluzione può garantire molto riconoscimento, popolarità, notorietà tra la gente…»
Così diceva nel silenzio generale, non esagerando di una virgola, non pronunciando una sola parola di menzogna, un re noto in tutto il mondo, stando vicino alla sua regina, circondato dalla sua corte, su… una scacchiera.