di Paolo Vincenti
“Tre passi avanti e crollano i bugiardi, quelli che inventano le storie sui giornali
e chi ci rimette è il popolo che legge il gioco sporco di quei falsi giornalisti
che pieni di merda sai han la presunzione di chiamarsi addirittura con il nome della nazione
e al povero Carlino non gli rimane che il resto di una libertà che non c’è più
fondata sulle bugie di quelli che si vendono per due lire in più
sono i virus dei media si sa che confondono la società…”
(“Tre passi avanti” – Adriano Celentano)
Brutta razza, quella dei giornalisti, una delle peggiori; tuttavia essi sono capaci di regalarci sprazzi di inaspettata ilarità nello spento grigiore dei giorni. Troppo divertente vederli azzuffarsi fra di loro come galline in un pollaio. L’ultima polemica mediatica in ordine temporale è quella fra Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro. Non è affatto vero quanto sostiene Feltri nel suo corsivo, su Libero dell’ 8 marzo 2017: “quando due giornalisti si azzuffano, tutti si divertono tranne i lettori che, essendo disinteressati alla contesa, non ne approfondiscono i termini e , pertanto, non la capiscono”. Invece ci divertiamo tantissimo a seguire le puntate di questa esilarante telenovela. I fatti: dall’inchiesta Consip emerge che l’imprenditore Salvatore Romeo, uno dei più grandi corruttori d’Italia, ha versato 50.000 euro al giornale fondato da Belpietro, La Verità, attraverso la Fondazione Magna Carta, presieduta da Gaetano Quagliarello. Libero, domenica 5 marzo, rivela ciò e sputtana Belpietro. 1 a 0. Con quel versamento, Romeo è divenuto il secondo socio del giornale, dopo Maurizio Belpietro, il quale non gradisce l’incursione di Libero nei suoi conti e nega tutto quanto. Cosa che porta Feltri a insinuare: “Magna Carta o magna magna alla Verità?”.