di Ferdinando Boero
Ho scritto questo articolo a Bruxelles, dove ho parlato ad un incontro tra l’Unione europea e la Cina per realizzare una politica comune sull’uso degli oceani. La Cina ha puntato tutto sull’incremento del capitale economico e ha tralasciato la salvaguardia del capitale naturale. Raggiunta una posizione economica ragguardevole in campo internazionale, si accorge finalmente che la distruzione del capitale naturale ha enormi ricadute economiche negative.
Ha anche capito che la salvaguardia del capitale naturale, una precondizione allo sviluppo economico (uso la parola sviluppo e non la parola crescita), non può essere ottenuta con posizioni unilaterali, ci vuole una strategia globale per raggiungere gli effetti sperati. Mi hanno invitato perché ho qualche competenza sulla protezione e gestione del mare, maturata anche attraverso il coordinamento di progetti europei sull’argomento.
Ora pare che queste cose siano state capite anche dal governo italiano che, finalmente, mette l’ambiente in posizione preminente. Il Presidente Fico ne ha parlato a una riunione dei Presidenti dei Parlamenti del G7, a Brest, mettendo al centro la difesa degli oceani e dei mari.