di Antonio Errico
Una volta si pensava questo, dunque. Però viene quasi spontaneo domandarsi quando è stata quella volta in cui gli uomini pensavano di conoscere tutto il conoscibile.
Una volta, quando gli uomini conoscevano assai meno di quanto conoscono adesso, probabilmente si pensava che comunque si conoscesse tutto il possibile. Si pensava che nessuno avrebbe mai potuto conoscere di più, andare oltre quella soglia. L’universo non poteva essere altro che quello di cui si aveva cognizione. L’arte non avrebbe potuto sperimentare forme superiori, più complesse, realizzate in modo migliore. La tecnica non avrebbe potuto superare i livelli che aveva raggiunto.
Forse si potrebbe rispondere che è stata quando gli uomini pensavano che il cielo non era “più in suso delle alture delle montagne”, come dice Giambattista Vico, e il profilo dei monti era il limite, il confine. Il cielo non aveva un altro spazio. Si poteva raggiungerlo con la forza delle gambe. In fondo era vicino, prossimo, o comunque ad una lontananza che era possibile abbreviare.
Forse si potrebbe rispondere che quella volta è stata quando noi eravamo al centro. Su una Terra piatta e immobile, però eravamo al centro. Tutto ci ruotava intorno: la Luna, Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove, Saturno ci ruotavano intorno. Forse quella volta è stata fino a quando siamo stati noi il centro dell’universo.
Oppure quella volta è stata appena ieri. E’ ancora oggi.