di Ferdinando Boero
Lo confesso, Greta mi è antipatica, non la posso vedere. Per quale motivo? Invidia. Per tutta la mia vita professionale (una vita oramai molto lunga) ho cercato in tutti i modi di ottenere quel che a lei è riuscito in modo impeccabile: far capire a tutti che non possiamo anteporre l’economia all’ecologia. Un altro che dovrebbe avercela con lei dovrebbe essere Francesco. Ha scritto un’Enciclica con lo sesso identico messaggio, e nessuno se l’è filato. Ha chiesto la conversione ecologica, una cosa inaudita: un religioso che chiede a tutto il mondo di convertirsi a una scienza, eppure niente da fare. Ora, intendiamoci, non credo che Greta riuscirà davvero nel suo intento, ma almeno ha mobilitato il mondo intero per un giorno. Nessuno c’era mai riuscito prima. Il giorno dopo, però, tutto continua come se niente fosse. Ne volete una prova? Tutti, ma proprio tutti, vogliono la crescita economica. Crescita, crescita, crescita. Chi è al governo la promette, chi è all’opposizione la vorrebbe, ma vorrebbe anche tanto che non arrivasse, per dar la colpa al governo. Di Greta, protagonista per un giorno, ci siamo già dimenticati. Ora mi è più simpatica. Benvenuta tra gli sconfitti. Forse le daranno il Nobel per la pace, ma lo hanno dato anche ad Al Gore, per gli stessi identici motivi. E agli scienziati che studiano il cambiamento climatico. Un Nobel per le buone intenzioni non si nega a nessuno. Ma poi tutto continua come sempre. C’è il riscaldamento globale? E va bene, spenderemo meno di riscaldamento in inverno, e qualcosa in più in aria condizionata durante l’estate. La stagione balneare arriva prima e dura più a lungo. Tra un po’ avremo anche le barriere coralline. Si alza il livello del mare? eh che sarà mai? Venezia? La salviamo col Mose. Opera inutile costata milioni e milioni? Ma no, vedrete che prima o poi funzionerà.