di Rosario Coluccia
Dopo le puntate precedenti, mi chiedono. Quale è lo stato di salute della nostra lingua? Spesso bistrattata da chi la parla, attaccata dall’invadenza delle lingue straniere, messa in crisi anche a scuola e all’università, è davvero ridotta così male? E come viene considerata all’estero, che idea hanno gli altri di noi?
I fatti e i numeri non lasciano dubbi, all’estero la nostra lingua è apprezzata, spesso amata. L’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo. Inglese a parte, viene dopo lo spagnolo, il francese, più o meno alla pari con il tedesco, e batte tutte le altre, anche quelle parlate da popolazioni enormemente più numerose. Non c’è male, per una nazione di soli 60 milioni di abitanti, una briciola rispetto ai 7 miliardi di abitanti della terra. Non c’è male, per una nazione che non ha avuto un impero coloniale come Inghilterra, Francia, Spagna, Portogallo e altre che hanno disseminato le loro lingue nei territori africani, asiatici, americani, perfino australiani.
Come si spiega il successo dell’italiano? Vediamo di capirne di più. L’Accademia della Crusca ha intitolato Italiano per il mondo un bel volume uscito nel 2012 (lo ha curato Vittorio Coletti, che insegna all’università di Genova); la preposizione «per» del titolo rimanda alla proiezione della nostra lingua fuori dai confini nazionali e, nello stesso tempo, allude alla meravigliosa qualità del nostro idioma, quasi un dono regalato al mondo. Nel libro si passano in rassegna i fattori che hanno determinato l’espansione all’estero della nostra lingua. Ecco le ragioni del successo. Siamo eccellenti in alcuni campi propri della tradizione e della storia italiane, a volte da epoca remota, altre volte da tempi più recenti. Oltre al predominio letterario (in alcuni periodi straordinario, pensate al Trecento con il grandissimo Dante, pensate al Rinascimento), siamo apprezzati all’estero per le nostre capacità nell’arte, nella musica, in tempi più recenti nella cucina e nell’alimentazione, nella moda. In questi campi la nostra civiltà ha raggiunto posizioni di preminenza che il mondo ci riconosce; attraverso questi percorsi privilegiati la nostra cultura e la nostra lingua si espandono fuori dai confini nazionali.