di Ferdinando Boero
Il 12 e 13 febbraio sono passati. Gli eventi più importanti coperti dalla stampa sono i litigi in parlamento, le guerre di religione con relativi massacri, le fughe dalle guerre di religione, con relativi massacri, il festival di Sanremo e altre amenità. Non mi risulta che i media abbiano dato notizia delle (poche) celebrazioni di due ricorrenze. Il 12 febbraio è il compleanno di Darwin, e il 13 febbraio è il compleanno di Malthus. Perché festeggiare questi due tipi? Perché loro e non tanti altri? Malthus (nato nel 1766) era un economista. Teorizzò una cosa molto attuale ancora oggi: disse che la popolazione tende a crescere più rapidamente del tasso di ricostituzione delle risorse che la sostengono e, quindi, preconizzò limiti alla crescita. Malthus fu anche il primo che teorizzò il salario di sussistenza, con la predizione che al di sotto di una certa soglia salariale non si fanno figli e non ci si sposa. Malthus individuò nel controllo della natalità il modo migliore per non arrivare a situazioni estreme, che avrebbero portato a guerre, carestie ed epidemie. Darwin (nato nel 1809), lo sappiamo tutti, è lo scienziato che ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo. L’Origine delle Specie e l’Origine dell’Uomo hanno finalmente dato risposta a quesiti che avevano portato i filosofi non scienziati a lambiccarsi il cervello per secoli. La teoria darwiniana è una teoria scientifica e filosofica, ed è la chiave di volta della ricerca su come funzioni e sia organizzata la materia vivente, inclusi noi stessi. Darwin introdusse il concetto di Selezione Naturale su ispirazione dai lavori di Malthus. La competizione per le risorse porta alla sopravvivenza di chi è più adatto ad acquisirle. La natura funziona così. E richiede molto tempo. A volte può prevalere un adattamento “bellicoso” e si possono trovare giustificazioni darwiniane a comportamenti molto disdicevoli, tipo l’eliminazione (per selezione artificiale) di “razze” considerate inferiori. Ma queste sono distorsioni che possono avvenire nell’applicare il pensiero di qualunque filosofo (o di qualunque divinità).
Malthus e Darwin ci insegnano che siamo parte della natura. Che la natura produce molti beni e ci offre molti servizi, ma questi non sono in quantità infinita, e si riciclano a tassi che non permettono consumi a tassi superiori rispetto al riciclo naturale. Insomma, ci dicono che ci sono limiti naturali e noi, essendo un prodotto della natura, dobbiamo porre limiti alle nostre aspettative di crescita. Se lo avessimo capito non ci sarebbe bisogno di celebrare il 12 e il 13 febbraio, ma purtroppo non lo abbiamo capito. Tutti vogliono crescere. Se ci fermiamo di crescere di numero ci dicono che è male, che la popolazione invecchia. Se l’economia smette di crescere è male, le curve devono sempre andare in su, crescere. Malthus e Darwin ci ricordano che se qualcosa cresce, qualcos’altro decresce. Decresce il patrimonio naturale, decresce il funzionamento degli ecosistemi che ci sostengono e, alla fine, decresce anche la nostra possibilità di cavarcela. Quando le risorse diventano limitate inizia la competizione: guerre, carestie, epidemie. Questo hanno predetto Malthus e Darwin, e questo sta avvenendo. Le aree del mondo dove la crescita demografica è incontrollata sono anche aree di conflitti e di massacri. E i disperati stanno arrivando.
Da noi i giovani disoccupati e sottoccupati non possono farsi una famiglia e fare figli, perché si aspettano di vivere come i loro genitori, e la situazione ora non lo permette più. Abbiamo esagerato, non abbiamo capito le lezioni di Malthus e Darwin e ora ci chiediamo come mai le cose stiano andando come vanno.
Papa Francesco lo sta capendo. Intanto dice che non possiamo far figli come conigli. E quindi ci dice che la natalità deve essere controllata. Lo dice di ritorno dalle Filippine, dove i tassi di crescita demografica sono spaventosi. E parla anche di uso responsabile delle risorse naturali. Ma guarda un po’. Il bello è che i commentatori sono sorpresi da queste novità. In effetti sono quasi novità per un Papa, ma sono le cose che Malthus e Darwin ci dicono da secoli. E noi, zucconi, non vogliamo capire e ci ostiniamo a preconizzare crescite impossibili, invece di costruire un’economia che sia in armonia con la natura e con i bisogni degli umani. Il bello è che questa economia è un fallimento economico. Produce qualche effetto benefico nel breve termine, ma è un disastro nel lungo termine. E il lungo termine sta arrivando. Buon compleanno Charles Robert Darwin, buon compleanno Thomas Robert Malthus, ci siamo dimenticati del vostro anniversario (e delle vostre lezioni). Charles e Thomas ci perdoneranno di sicuro, ma la Natura temo che no, non ci perdonerà di essere così stolidamente stupidi.
[“Nuovo Quotidiano di Puglia” di domenica 15 febbraio 2015]