di Ferdinando Boero
I Darwin Awards sono attribuiti ogni anno a individui che hanno messo in atto comportamenti così stupidi che si sono autorimossi dalla popolazione umana, impedendo ai propri geni di trasmettersi alle generazioni future. Darwin è il teorico della selezione naturale, il motore dell’evoluzione. Il premio va a chi, con il proprio comportamento, si seleziona negativamente causando la propria morte, liberando la specie da individui particolarmente stupidi. Quest’anno il premio è andato a John Allen Chau, un missionario statunitense sbarcato sull’isola Sentinel settentrionale, tra l’India e la Malesia, per convertire gli abitanti al cristianesimo. Loro non hanno gradito, e lo hanno ucciso con archi e frecce. I Sentinelesi sono poche decine o forse centinaia e sono cacciatori raccoglitori: vivono ancora nel paleolitico. Pare che vivano su quell’isola delle Andamane da circa sessantamila anni. Sono molto bellicosi e uccidono tutti gli estranei che tentano di approdare nel loro territorio. Un comportamento molto saggio. Gli “indigeni” di isole vicine, infatti, sono stati decimati dal contatto con popoli estranei. Non hanno anticorpi contro le nostre malattie e muoiono per banali influenze e raffreddori. Oppure sono uccisi direttamente dai bianchi che si difendono con armi micidiali dai loro attacchi. Il comportamento ostile nei nostri confronti non è probabilmente dovuto a ragionamenti tipo: teniamoli lontani perché altrimenti ci ammaliamo. Qualunque sia il motivo, hanno ragione loro. Le autorità indiane, sotto la cui giurisdizione cade Sentinel Island, hanno vietato ogni contatto con gli abitanti dell’isola. L’intento è di proteggere questi ingenui assassini che, in passato, hanno ucciso dei pescatori che si erano avventurati sulle rive della loro isola. In teoria avrebbero dovuto perseguirli, invece hanno emanato un’ordinanza che vieta di disturbarli.
Se andate in Africa e vi avventurate nel territorio di caccia dei leoni e questi vi mangiano, di chi è la colpa? Dei leoni? O della vostra stupidità? John Chau è andato a portare la propria religione ad un popolo che non ne vuole sapere di altre religioni, che non vuole contaminarsi con noi. Per loro fortuna non si fidano di noi, e ci tengono alla larga. Noi, per loro fortuna, abbiamo capito e ci teniamo alla larga. Ma non John Chau. Pare che abbia pagato dei pescatori per farsi portare sull’isola. Loro hanno cercato di dissuaderlo ma, alla fine, hanno accettato i suoi soldi e hanno soddisfatto il suo desiderio. Si è avvicinato alla costa con un kaiak e gli indigeni lo hanno bersagliato con le frecce. Ma lui no, non si è fermato. Ha continuato ad avvicinarsi, cantando salmi. I pescatori hanno visto gli indigeni avvolgere una corda attorno al suo collo, per poi trascinarlo lungo la spiaggia. Il suo corpo non è stato recuperato. È proprio il caso di dire: se l’è cercata. Sessantamila anni su un’isola grande un quarto dell’Isola d’Elba, usandone le risorse naturali senza portarle a esaurimento: un miracolo! L’equilibrio tra gli umani e la natura è perfetto, vien da dire. I sentinelesi non sono cresciuti tanto da aver bisogno di forzare la natura con l’agricoltura, continuano a vivere come cacciatori raccoglitori. Pare non conoscano i metalli e non sappiano accendere il fuoco. Noi stiamo distruggendo le premesse per la nostra sopravvivenza, erodendo tutti i sistemi naturali. John Chau pensava che avessero qualcosa da imparare da noi. Forse siamo noi ad avere qualcosa da imparare da loro. La nostra specie si sta avviando rapidamente a meritare il premio Darwin. E forse saranno proprio i Sentinelesi a ricolonizzare il pianeta, una volta che ci saremo selezionati negativamente per la nostra stupidità.
[“Nuovo Quotidiano di Puglia” del 29 novembre 2018]