di Massimo Galiotta

Firenze, Santa Maria del Fiore, collage, 3 marzo 2025.
È di questi giorni la notizia delle critiche piovute addosso alla redazione di Artribune (sito web) per un articolo a proposito della mostra di arte contemporanea allestita in pieno centro storico a Firenze: la rassegna Il cielo sopra Firenze, degli scultori Marco Lodola ed Emanuele Giannelli, collocata in Piazza Duomo, proprio dietro l’abside di Santa Maria del Fiore, promossa e patrocinata da Regione Toscana e Opera Medicea Laurenziana ha sollevato molte critiche. L’articolo, C’è un minestrone di scadente arte pubblica contemporanea ai piedi del Duomo di Firenze, firmato da Massimiliano Tonelli, del 3 marzo 2025, che ha provocato l’ira funesta dell’ufficio stampa addetto, accende i riflettori sullo stato di salute precario in cui versa la critica dell’arte. Soprattutto quella rivolta agli artisti contemporanei, ancora vivi e vegeti, che rispondono per le rime (non tutti), alzando i toni scompostamente e minacciando ritorsioni nelle sedi competenti e oltre, scoprendo così una ferita che sanguina ormai da tempo: ovvero quale sia il modo migliore di fare critica al giorno d’oggi.