di Antonio Lucio Giannone

Per tracciare un panorama dell’attività letteraria nel Salento negli ultimi decenni, limitatamente alla provincia di Lecce, prenderò come punto principale di riferimento le riviste e i fogli di poesia che si sono succeduti in questo periodo e che offrono un’idea abbastanza precisa delle tendenze, delle presenze, dei valori presenti in quest’area della Puglia. Il punto di partenza sarà un anno preciso, il 1970, una data che si può considerare quasi emblematica per la cultura letteraria salentina per due ordini di motivi. In primo luogo, perché questo è l’anno della morte del maggiore scrittore pugliese del Novecento, Vittorio Bodini, che dagli anni Trenta agli anni Sessanta aveva caratterizzato la vita culturale leccese con la sua forte personalità e le sue iniziative. Inoltre, perché nel 1970 ha inizio la nuova serie dell’ “Albero”, che deve essere considerata la più importante rivista letteraria salentina (e forse meridionale) del secolo appena trascorso.
I primi anni anni Settanta, comunque, segnano una svolta e al tempo stesso rappresentano anche una ripresa, a mio avviso, dell’attività letteraria e artistica nel Salento, dopo l’irripetibile stagione degli anni Cinquanta, durante i quali questa regione poteva vantare ben quattro riviste di notevole livello: “L’Albero” di Girolamo Comi, “L’esperienza poetica” di Bodini con la sua innovativa proposta di una terza via tra ermetismo e neorealismo, il supplemento letterario del “Critone”, curato da Vittorio Pagano e “Il Campo”, di Francesco Lala, Giovanni Bernardini e Nicola Carducci. Ma questo è stato un periodo ampiamente storicizzato e studiato e dunque non è il caso di soffermarsi oltre[1].