di Antonio Prete
Lungo il sentiero, arbusti ingrommati di lichene,
con grappoli di bacche rosse.
Un chiarore di platino, a oriente,
che smuore nella sera.
Si schiude il sipario sullo sciame di mondi,
sul loro insonne scintillamento.
È dicembre, un’ora che goccia da altre ore,
un istante che cancella altri istanti.
Il battito, qui, dei pensieri è prossimo
al respiro degli ulivi,
soffio d’un inverno che corre a chiudersi
nell’arca gelata di altri inverni,
mentre la terra in sé raccolta
è iride che trema ruotando negli spazi
e s’inazzurra.