Giovanna Romano e la poesia

di Paolo Vincenti

Giovanna Antonietta Romano nasce a Nardò nel 1928. Laureata in Matematica e Fisica all’Università di Bari, insegna per tutta la vita nelle scuole primarie. Madre e nonna, unisce all’impegno professionale la passione per la scrittura che la porta a pubblicare pregevoli raccolte poetiche che ricevono il plauso e l’unanime consenso dei propri cari e soprattutto degli amici letterati come Pantaleo Ingusci che scrive la prefazione della sua prima opera di poesie, Come nebbia, pubblicata nel 1985. Con le sue poesie, la maestra Romano partecipa a numerosi concorsi letterari riportandone premi e riconoscimenti che ella orgogliosamente riporta nelle bandelle di copertina dei suoi libri, nello spazio riservato alla scheda bio-bibliografica dell’autore. In realtà, quella dell’illustre giurista neretino Pantaleo Ingusci non era una prefazione vera e propria bensì una conferenza di presentazione della poetessa tenuta nel lontano 1971 e che poi viene riportata nel libro Come nebbia. Questo per dire che l’ispirazione poetica della Romano inizia molto tempo prima di giungere ad un approdo editoriale, con la sua liminare silloge del 1985; ella cioè pare fin dagli anni giovanili cara alle Muse ed il primo libro, per quanto non scevro da qualche ingenuità, propria di ogni esordio letterario, ne è una parziale conferma. Ad uno stadio più maturo, giunge col secondo libro, Cielo intimo, 1992, recante una dotta prefazione di Benedetto Vetere.

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