di Antonio Devicienti

Non è casuale il fatto che ogni singola parola scritta si trovi tra due spazi bianchi (tra due silenzi, per quanto brevissimi).
Senza quei due “vuoti”, senza quei due silenzi non si renderebbero visibili i segni che (pur convenzionali) rendono percepibile e leggibile la singola parola.
E c’è un bianco anche prima e dopo ogni segno alfabetico, riprova visibile che tasselli di silenzio (o di vuoto) più o meno grandi sono il vero tessuto sotteso a tutto quello ch’è scritto (e quindi che è leggibile).
La porosità della scrittura è solidale con la porosità del mondo.