di Maurizio Nocera
Nei giorni scorsi, il 6 dicembre 2024, è stato presentato nella Biblioteca comunale di San Donato di Lecce il libro di Marisa Manno, In guerra con Tale su iniziativa dell’ARCI CREA, alla presenza del sindaco Alessandro Quarta, che ha portato i saluti ed è intervenuto nel merito del romanzo storico. È intervento anche il delegato alla Biblioteca Antonio Luceri e l’editore Nando Simeone. Quella che segue è una lettura di chi qui si firma.
Si tratta di un romanzo storico, di ricordi di una vita vissuta, al cui centro, come riferimento dell’intero romanzo, c’è il suo paese, San Donato di Lecce. L’autrice comincia a interessarsi a quella memoria, curiosa di sapere quale fosse stata la vita del padre Vittorio. Leggendo e rileggendo scopre che si tratta di una vita assai avventurosa, svoltasi durante l’epoca del fascismo. Il testo è scritto parte in italiano parte in dialetto. Molti i dialoghi o, per meglio dire, la forma del romanzo è per buona parte dialogica. In tutto si tratta di tre parti.
La prima narra della partenza della nave da Napoli con uno incipit tipico di quel secolo.
Siamo alla fine degli anni ’30, esattamente il 1938. Il soldato parte “per terre assai lontane”. Chi resta sulla banchina piange e sventola il fazzoletto bianco sperando che il proprio caro ritorni quanto prima. Francamente è un inizio commovente.
Il soldato Vittorio, che a San Donato di Lecce, faceva l’elettricista, parte con la littorina (da
fascio littorio) per andare verso Lecce per poi proseguire per il porto di Napoli. Saluta
affettuosamente la moglie Giulia e la piccola figlia Maria, le dice, in un dialetto stretto stretto: “Nu stare cu lu pensieru, stau attentu, me canusci no?”.