di Ferdinando Boero
Non amo i film di Paolo Villaggio, eccetto uno: Sistemo l’America e torno, una storia sul razzismo. Villaggio viene spedito in America (USA) per prelevare un cestista nero; lo deve portare in Italia per un ingaggio in una squadra italiana. Il nero è una testa calda e, seguendolo, Villaggio, pur vedendo il modo infame con cui la società statunitense tratta i neri, si arrabbia per le intemperanze dell’atleta, che lo portano addirittura in prigione. Si capisce il senso del film quando, durante il colloquio tra i due, in galera, il nero dice: Tutti i bianchi sono razzisti, anche quelli che credono di no. Giustificare noi sempre. Giustificare tutto è razzismo. Tu mi hai detto stronzo e mi hai detto ti spacco il muso. Allora tu non più razzista. Ti ringrazio.
Il film di Nanni Loy, del 1974, oltre al razzismo, ci mostra la pelosità della correttezza politica che, già allora, iniziava a fare capolino e che oramai pervade il nostro vivere quotidiano.
Alla radio un’annunciatrice dice “tutti, tutte e tutt”, la versione vocale di tutt. La sensibilità LGBTQ+ mi rimanda alla scena di Brian Di Nazareth, dei Monthy Python, in cui, durante una riunione del Fronte popolare di Giudea, un attivista parla del diritto inalienabile di ogni uomo… e un altro aggiunge, o donna, per diverse volte, ogni volta che sente la parola uomo. La precisazione viene ringraziata con un grazie fratello a cui viene subito aggiunto: o sorella. A un certo punto il capo del gruppo si spazientisce e gli dice di piantarla e, per tutta risposta, il precisatore di generi, apparentemente un uomo, di nome Stan, dice di voler essere donna, chiede di essere chiamato Loretta e di volere dei bambini. E’ suo diritto di uomo, o donna, averne. Il suo volere bambini è una lotta contro l’oppressione dei romani. Il capo del gruppo clandestino, spazientito, gli dice che è una lotta contro la realtà, visto che, non avendo l’utero, non avrebbe un posto dove far crescere il figlio che tanto vorrebbe: lo fai crescere in un barattolo? Precisazione: ognuno ha diritto di parlare come vuole, di fare quel che vuole (senza infrangere la legge, ovviamente) ma penso che questo debba valere per tutti.