di Paolo Vincenti
Riassunto. Nel saggio è tratteggiata la figura di uno straordinario personaggio bizantino: il Generale Giorgio Maniace (998-1043), con particolare riferimento al suo coinvolgimento nella campagna militare di Puglia. Per la sua enorme mole, per la forza fisica e l’impeto in battaglia, su di lui si è appuntata la fantasia popolare che lo ha trasfigurato in un eroe semileggendario, sorta di biblico Golia, spietato ed assetato di sangue. Su Maniace esiste una vasta bibliografia che nel saggio viene scandagliata a partire dalle fonti bizantine più antiche fino a quelle contemporanee.
Abstract. The essay outlines the figure of an extraordinary Byzantine character: General Giorgio Maniace (998-1043), with particular reference to his involvement in the military campaign in Puglia. Due to his enormous size, his physical strength and his impetus in battle, popular imagination focused on him and transfigured him into a semi-legendary hero, a sort of biblical Goliath, ruthless and bloodthirsty. There is a vast bibliography on Maniace which in the essay is explored starting from the most ancient Byzantine sources up to contemporary ones.
Nell’estate del 1038 il Generale Giorgio Maniace era impegnato per conto dell’Impero bizantino ad espugnare la Sicilia strappandola agli Arabi. Comandava un forte corpo armato alla cui testa egli troneggiava maestoso. Georgios Maniaces, o Maniakis o Maniachès, era nato in Macedonia nel 998. Fu uno di quegli uomini speciali, destinati dalla storia a ricoprire grandi ruoli. Di statura enorme, simile al biblico Golia, entrò nella leggenda perché ben presto di lui si impossessò la letteratura scandinava. Sposò la nobildonna Teopapa, della famiglia Crisafo, proveniente dalla regione tessalo-macedonica e da lei ebbe un figlio chiamato Crisafo Maniace. Fece una brillante carriera nell’esercito bizantino grazie alle sue doti fisiche e alla tempra fuori dal comune, fino a diventare protospatario. Nel 1020 fu nominato stratego del thema di Teluch nella Tauride, al confine fra Anatolia e Siria. Un self-made man, diremmo oggi, che pur provenendo da una famiglia della piccola nobiltà locale, probabilmente siriana, raggiunse i vertici dell’esercito bizantino, divenendo Generale[1].