di Ferdinando Boero
Il Mare a Scuola è una sfida a chi si cura dei contenuti dei programmi scolastici i; a lanciarla è la Fondazione Marevivo, con il supporto di MSC Foundation, Navigazione Libera del Golfo e Fondazione Dohrn, con il patrocinio del Decennio 2021-2030 delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile, delle Nazioni Unite. Perché questa sfida?
L’Articolo 9 della Costituzione ha introdotto biodiversità ed ecosistemi nei valori fondanti del nostro vivere civile e, nella legge Salvamare, sempre l’Articolo 9 prevede l’inserimento di temi marini nei programmi di studio. L’Unione Europea, dal canto suo, si prefigge l’alfabetizzazione marina: i cittadini europei sono “analfabeti” per quanto riguarda i valori legati ai mari e agli oceani.
Sulla Motonave Patrizia, una vecchia signora del mare, restaurata in modo impeccabile, la campagna Il Mare a Scuola fa il giro dei mari Tirreno e Ligure per innescare una via verso la consapevolezza. La campagna ha avuto inizio a Napoli dove autorità politiche nazionali e locali hanno avuto modo di esprimersi riguardo all’opportunità di accogliere la richiesta di dare maggiore rilievo al mare nei programmi di formazione. Dopo le autorità, è stata la volta delle scolaresche che hanno avuto modo di conoscere gli animali più importanti del mondo, e anche le piante. Si tratta dei copepodi e delle diatomee. Non li avete mai sentiti? Non è colpa vostra. Queste conoscenze non fanno parte della nostra cultura. Come pochi sono coscienti che è l’acqua dell’Atlantico ad uscire dai nostri rubinetti! O che un respiro su due utilizza l’ossigeno prodotto negli oceani.