Parole, parole, parole 33. La missione civile della Crusca

di Rosario Coluccia

I primi quattro secoli di vita dell’Accademia della Crusca, nata nel 1583, furono segnati dalla creazione di un Vocabolario che ebbe un’influenza straordinaria nelle scelte linguistiche degli scriventi di tutt’Italia e divenne modello per i vocabolari nazionali di paesi di primissimo piano come la Francia, la Spagna, l’Inghilterra, la Germania.  Una svolta radicale si verifica nel 1990. Giovanni Nencioni, allora presidente dell’Accademia, significativamente intitolava Giustificazione l’articolo di presentazione di una rivista appena fondata, «La Crusca per voi. Foglio dell’Accademia della Crusca dedicato alle scuole e agli amatori della lingua». Eccone alcune frasi: «Oggi che la richiesta di consulenza è giunta da ogni parte d’Italia e da persone di ogni livello sociale e culturale, l’istituzione di un consultorio linguistico come servizio nazionale ha cessato di essere un dovere ed è divenuta una scelta. Con questa convinzione la Crusca ha aggiunto alla sua responsabilità scientifica una responsabilità sociale, che si attuerà in un contatto vivo e immediato con un pubblico molto esteso e molto vasto. […] Il tentativo che la Crusca compie scaturisce da una sincera volontà di rendersi utile, di abbreviare la distanza tra la propria attività scientifica, cui la vincola il suo statuto, e la scuola o il pubblico dei parlanti e scriventi. […] Perciò la Crusca spera, anzi confida, che gl’insegnanti e gli amatori della lingua le scrivano, la interroghino, le espongano francamente proposte, suggerimenti, riserve. Essi potranno fare qualsiasi quesito relativo alla lingua italiana, anche in relazione alle occorrenze scolastiche».

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