L’Archivio di Giulio Cesare Viva

a cura di Gianluca Virgilio

Il primo volume del tuo Archivio è una raccolta di poesie dal titolo Le corbezzole, con sottotitolo Poesie (pp. 64). Vuoi spiegare questo titolo?

Ho così chiamato la raccolta di poesie osservando un alberello di corbezzolo che, tanti anni fa, avevo piantato nel terreno annesso alla mia casetta di campagna per averlo già visto nei boschi. Ero rimasto colpito dal fatto che i corbezzoli  si trovavano quasi sempre dove vi era stata una quercia o altro albero distrutto dal fuoco. Gli alberelli in questione, in inverno, tra il verdissimo fogliame, avevano fiori bianchi e piccole bacche rosse commestibili. Così mi son sembrate le mie liriche:  frutti senza pretese, ma dal delicato sapore.

Quando sono state scritte le tue poesie?

Sono state scritte in un lungo arco di tempo, 1960-2013, però nella pubblicazione non le ho sistemate  in ordine cronologico di composizione, ma le ho inserite così come  le andavo riscoprendo  tra le mie vecchie carte o quando il pensiero mi suggeriva di andare a trovare ciò che ricordavo di avere scritto.

Quali sono i destinatari delle tue poesie? 

Destinatari delle mie poesie sono quasi tutti i componenti della mia famiglia: (Due Nascite, I fiori, Innamoramento,  A Nadia)  ma non mancano personaggi esterni ai miei affetti che a volte mi hanno dato l’occasione di prendere carta e penna per  dire ciò che pensavo  (La zicchia politica, Amnesia, I trombettieri, Metafore romane).

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