Banca d’Italia e i danni del fisco amico delle imprese

di Guglielmo Forges Davanzati


Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia.

Le agevolazioni fiscali alle imprese sono di dimensioni rilevanti, protratte nel tempo, con effetti non particolarmente apprezzabili su investimenti e innovazioni e contribuiscono a peggiorare la distribuzione del reddito. Vediamo perché.

Nelle ultime “Considerazioni finali” del Governatore della Banca d’Italia si legge che il problema principale che l’economia italiana deve fronteggiare è costituito dal basso e declinante tasso di crescita della produttività del lavoro e che, per farvi fronte, occorre accrescere il credito d’imposta per le imprese (dal 10% attuale al 20%), armonizzandolo alla media OCSE. La diagnosi è corretta e ampiamente nota: sia qui sufficiente ricordare che ISTAT rileva che, dal 1995 al 2022, la produttività del lavoro in Italia è aumentata solo dello 0.5%, a fronte di una media europea dell’1.3%. La prescrizione di politica economica appare, per contro, discutibile, per le seguenti ragioni.

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