di Mario Spedicato
Riassunto. Gallipoli si rivela il centro salentino che più di altri conserva un legame con Bisanzio per un periodo più lungo, fino al basso Medioevo, quando in seguito all’utilizzazione intensiva del suo porto da parte delle etnie mercantili italiche ed estere per l’esportazione dell’olio lampante diventa uno dei più importanti siti marittimi del Mezzogiorno d’Italia.
Abstract. Gallipoli turns out to be the Salento center that more than others maintains a link with Byzantium for a longer period, until the late Middle Ages, when following the intensive use of its port by the Italian and foreign mercantile ethnic groups for export of the lampante oil becomes one of the most important maritime sites in Southern Italy.
È noto il ruolo esercitato da Otranto e Gallipoli nei rapporti con la sponda orientale del mediterraneo a partire soprattutto dall’età bizantina in poi. Esiste un’abbondante letteratura segnata soprattutto dalle ricerche pioneristiche di Andrè Jacob, arricchite da altri studiosi e, non ultimi, da quelle di Paul Arthur e Hubert Houben. Richiamare in questa sede tutti gli studi che hanno connotato nelle varie fasi medioevali le due più importanti città portuali del Salento, senza ignorare Brindisi e Taranto che completano il quadro geografico di riferimento, potrebbe rivelarsi un esercizio bibliografico poco utile nell’economia di questa nota. Tenendo tuttavia circoscritta l’analisi su Otranto e in modo particolare su Gallipoli non solo si possono meglio illuminare i forti legami con Bisanzio, di natura culturale ed economico-sociale, la cui solidità va oltre il periodo lungo della dipendenza religiosa-dottrinale con la chiesa ortodossa, andando a persistere anche se in maniera più blanda fin oltre la prima età moderna, ma anche i destini diversi delle due città nei secoli successivi in relazione all’attività strategica svolta sul piano commerciale dal porto ionico.