“E’ curioso che non sia stato messo in evidenza il fatto solo apparentemente contraddittorio che gli uomini del miracolo – e con ciò intendo taumaturgo, miracolato e pittore – non sono uomini di Dio. Essi non invocano Dio, ma Santi, la madonna, Anime del Purgatorio, ed è, mi pare, di tutta coerenza che essi non si rivolgano all’autore di quel mondo che non esiste, e contro il cui nulla mettono in opera, con la complicità aperta dei fantasmi intermedi, la macchinazione eversiva del miracolo. Che nel miracolo vi sia un nucleo eversivo credo sia impossibile contestare; il miracolo nasce dal rifiuto dell’illusione del mondo, è un diniego che il mondo sia così, è un’alterazione del nulla nel senso dell’esistenza, una irruzione di fantasmi nella folla degli inesistenti. E non soltanto un atto di eversione della creatura, ma anche dei Santi, di tutte quelle misteriose immagini che fluttuano tra la distratta onnipotenza di Dio, e il gorgo frodolento del “qui” e dell” “oggi”. Senza Santi non si darebbero miracoli, ma non si avrebbe la collaborazione dei Santi se questi non fossero dalla stessa parte della creatura, dei sovversivi celesti: ed è una raffinata inversione dei compiti, che fa degli affranti i mandanti, dei potenti gli esecutori dell’atto di eversione miracolosa.”
Giorgio Manganelli, Per grazia ricevuta, in Emigrazioni oniriche, Adelphi, Milano 2023, pp. 253-254. Lo scritto è del 1975.