di Antonio Lucio Giannone
BA[RI]
8
5
‘96
Carissimo Lucio,
hai colto felicemente nel segno con la tua critica ad “Ero nato…” che è caratterizzato da un “singolare, suggestivo impasto ideologico, stilistico, lessicale”. È vero: la nostra solitudine non è eterna e senza nome (Montale), ma si vede, “si susseguono archi di trionfo”. Ora dovrei andare oltre, fino alla “visita al castello”. Fra un mese o poco più verrà alla luce; e tutto ‒ poesie. Ma prima ci vedremo a Lecce, al convegno su Nuovo Risorgimento.
Intanto v. a p. 188, n. 5 non sono riuscito a trovare il testo di Pasolini. Potresti fotocopiarlo per me?
Grazie, con affetto
Vittore
La lettera di Vittore Fiore (Gallipoli, 20 gennaio 1920 – Capurso, 21 febbraio 1999), che qui si pubblica, vergata con grafia incerta a causa dei problemi di salute che lo affliggevano negli ultimi anni di vita, mi venne inviata dopo che sul primo fascicolo (n. 90) del 1996 della rivista “Critica letteraria” era uscito un mio saggio sul suo libro di poesie, Ero nato sui mari del tonno, apparso a Milano presso l’editore Schwarz nel 1954. L’articolo derivava da una relazione che avevo tenuto a Gallipoli il 7 aprile 1994 in occasione di una manifestazione dal titolo “Omaggio di Gallipoli a Vittore Fiore”, organizzata dal compianto amico Aldo D’Antico e dal suo Centro di cultura “Il Laboratorio” di Parabita. La conoscenza diretta di Vittore risaliva però a dieci anni prima, allorché partecipai al Convegno di studi “Scotellaro trent’anni dopo”, svoltosi a Tricarico e Matera dal 27 al 29 maggio 1984, dove tenni una relazione su “Scotellaro e gli ermetici meridionali”. Fu proprio Fiore, in quella occasione, che si avvicinò molto cordialmente a me per congratularsi per il mio intervento in cui, fra l’altro, l’avevo citato, inserendolo nella linea meridionale della poesia novecentesca. Egli, a sua volta, tenne una relazione dal titolo “Nel fuoco del divario”, pubblicata, insieme a tutte le altre, nel volume che raccoglieva gli Atti del Convegno (Matera, Basilicata editrice, 1991). Sempre a Gallipoli, il 26 giugno 1997, si svolse un’altra serata, anche questa organizzata da D’Antico, con la partecipazione, oltre che dello scrivente che la introdusse, dell’attore Riccardo Cucciolla, che lesse magistralmente alcune liriche di Fiore, Vittorio Bodini e Vittorio Pagano. Ancora nella Città bella, il 27 aprile 2017, in occasione del Festival della poesia, tenni una lezione su di lui presso il Liceo “Quinto Ennio” diretto da Antonio Errico, in cui ripercorrevo tutte le tappe della sua produzione poetica dalla raccolta del ’54 fino agli ultimi anni.
Semplicemente grazie…
Nonostante abbia svolto gran parte delle sue attività nel capoluogo barese, quest’articolo è un’ennesima testimonianza del rapporto viscerale che Vittore aveva col “suo” Salento. Si potrebbe quindi dire che il la locuzione “nemo propheta in patria” non faceva al suo caso.
Domenico Di Nuovo