di Nello De Pascalis
Il suo negozio d’articoli sportivi era punto d’incontro degli appassionati di pesca e non c’era posta, sia sull’Adriatico che sullo Ionio, o tecnica di cattura che non conoscesse a menadito quel simpatico sbruffone di Ernesto. Vendeva anche pulici e malote che traeva dagli accumuli algosi spinti a riva dalle correnti.
Ventotto luglio, scirocco umido e ventoso. Ultimate le operazioni connesse agli esami di maturità, sentivo l’urgenza di scaricare le mie tensioni; bastava un salto da quel negozio, un cesto d’esca, e poi niente e nessuno mi avrebbe precluso ore e ore sul mare. Ernesto mi propose di andare (insieme) dalle parti di San Gregorio, a pochi chilometri da Leuca, sullo Ionio; accettai, cogliendo l’opportunità che mi si dava di conoscere una marina a me ignota. A mezzanotte e mezza prendevamo un caffè nell’unico bar aperto d’un paesino a metà strada. Lungo il tragitto parlavamo, ovviamente, di pesca, e dopo una serie di ‘vai dritto, gira a destra’, San Gregorio mi si parò davanti: un leggero pendio, quattro case, una piazzetta (più terrazza) vista-mare coronata da alberi bassi di fronte ad un bar; sullo sfondo a sinistra, isolata, villa Filograna. Tutto qui.