di Antonio Devicienti
Potrebbe darsi che il silenzio si manifesti, fecondo, proprio nei periodi di apparente arsura e siccità – sembra inerte la mente, fastidiosa a sé stessa. Ma, siccome pensare e vivere sono incessante movimento, inesausto accadere, si comprende allora che anche le pause (più o meno lunghe) d’infertilità e di noia, d’intristente inazione, appartengono a un tale processo vitale.
֎
E non si confonda il silenzio con l’assenza della parola: parola e silenzio sono, invece, reciprocamente necessari, capaci d’essere com-presenti – anzi, il silenzio giustifica e sostiene la parola, garantendone la serietà e la necessità (e questo accade perché solo la parola nata dal silenzio meditante sa distinguersi, per sua stessa presenza, dalla chiacchiera).