Manco p’a capa 178. I 150 anni dell’Acquario di Napoli

di Ferdinando Boero

Centocinquant’anni fa, il 26 gennaio 1874, la Stazione Zoologica Anton Dohrn, fondata nel 1872, inaugurò il suo Acquario, il primo in Italia e uno dei primi al mondo. Nel 2015, dopo un lungo periodo di chiusura, l’Acquario riaprì le sue porte ai visitatori, con un apparato tecnologico di avanguardia, a garanzia del benessere animale, senza alcun cambiamento nella disposizione delle vasche. Oggi è il più antico acquario del mondo ad aver mantenuto la sua organizzazione originale e rappresenta una testimonianza unica di come l’esposizione della natura fosse concepita in passato. Nell’Ottocento i giardini zoologici mostrarono animali esotici, prelevati dal loro ambiente naturale e mantenuti in cattività. Chi viveva a Londra poteva ammirare leoni, giraffe, tigri e scimpanzé. Negli orti botanici piante da tutto il mondo possono essere ammirate senza andare in capo al mondo. I musei di storia naturale mostrano animali imbalsamati, a volte inseriti in ricostruzioni dei loro ambienti naturali. Gli acquari, affiancandosi a queste strutture, resero accessibile la vita sott’acqua, ricostruendo ambienti sommersi popolati da creature che si potevano vedere solo sui banchi delle pescherie o che, come le conchiglie e i coralli, erano oggetto di collezionismo di strutture scheletriche. L’immersione e la cinematografia subacquea erano di là da venire, e il mondo sottomarino era un mistero per gran parte della popolazione.

Questa voce è stata pubblicata in Ecologia, Manco p’a capa di Ferdinando Boero e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *