di Ferdinando Boero
Taaaanti anni fa, ad una riunione di Libertà e Giustizia presieduta dal Senatore Alberto Maritati, allora Presidente della Commissione Giustizia del Senato, dissi che l’articolo 9 della Costituzione considera il paesaggio e non la natura. Così elaborammo una proposta di modifica costituzionale per mettere la natura nel’articolo 9 (https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/281961.pdf). Ci volle un decennio perché se ne presentasse un’altra, molto simile, e, finalmente, la natura entrò nella Costituzione.
Il mondo cambia molto rapidamente. I robot ci hanno liberato dal lavoro manuale, e l’Intelligenza Artificiale ci sta liberando dal lavoro intellettuale; viene così da pensare all’attualità dell’articolo 1, che fonda la Repubblica sul lavoro. Il lavoro di chi? Il lavoro muscolare, prima, e intellettuale, poi, sono in corso di affidamento alle macchine. Qualcuno le dovrà progettare e costruire, ma si potrebbe delineare uno scenario alla “Terminator”, in cui le macchine si progetteranno e costruiranno da sole. Cosa resterebbe, per gli umani? Le macchine scriveranno poesie e libri? Comporranno musica e la suoneranno? Faranno scoperte scientifiche indipendentemente dalla nostra intelligenza? Chi leggerà e ascolterà? Con quali soldi compreremo questi prodotti?
Da “abili al lavoro”, Homo habilis, siamo diventati Homo sapiens sapiens, due volte sapienti. L’articolo 1 è adatto a Homo habilis e si basa sul lavoro. Sapienza è la parola che ci caratterizza, e si basa sulla conoscenza, una parola assente dalla nostra Costituzione, dove ci sono “cultura e ricerca scientifica”. La cultura ci rende padroni delle conoscenze del passato, le scienze (incluse quelle umane) ne producono di nuove che saranno incorporate nella cultura, assieme alle arti.