di Rosario Coluccia
S’intitola «G.A.D.D.A. La sublime follia del mondo di Carlo Emilio Gadda» lo spettacolo, andato in scena il 10 novembre 2023 al Piccolo Teatro Grassi di Milano, a cui ho avuto il privilegio di assistere. Interprete unico di un monologo che dura più di 90 minuti, senza intervallo, è Fabrizio Gifuni, vincitore del David di Donatello 2023 quale miglior attore protagonista per «Esterno notte», notissimo al grande pubblico per film e serie televisive di successo e per aver dato vita sullo schermo a personaggi universali come Aldo Moro sequestrato dalle Brigate Rosse. Non ho usato a caso la parola privilegio: lo spettacolo è bellissimo, alla fine 10 minuti di applausi di un pubblico entusiasta. Peccato che non siano previste repliche, molti teatri d’Italia ne avrebbero goduto.
Carlo Emilio Gadda è autore perennemente amato da Gifuni, che già nel 2010 portò in scena «L’Ingegner Gadda va alla guerra o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro», rappresentato più di 200 volte, in Italia e all’estero (in teatro e anche in sedi non consuete di enorme prestigio culturale come l’Accademia dei Lincei o l’università di Harvard). L’acronimo «G.A.D.D.A.», costruito sul nome dello scrittore, va sciolto come «Galline Autolesioniste Declamano Dubitazioni Amletiche». Invenzione fulminea di Stefano Bartezzaghi, come precisa divertito e ammirato Gifuni, riferendo l’esito di una consulenza da lui richiesta al telefono allo stesso Bartezzaghi. Una lunga fedeltà lega l’attore famoso allo scrittore da molti venerato, il «più spericolato dei modernisti europei», come si legge nella presentazione del «Centro Studi Gadda», struttura permanente di studio e di documentazione delle opere gaddiane.