di Guglielmo Forges Davanzati
Confindustria smentisce il Governo sulle previsioni di crescita, che vengono ridotte, per il prossimo anno, allo 0.8% rispetto all’1.2% inserito nella Legge di Stabilità. Dello stesso parere è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio. In più, nell’audizione alle Camere di novembre, il presidente Bonomi ha criticato la manovra, mettendone in evidenza le principali debolezze anche da parte imprenditoriale. In particolare, è stato rilevato che le agevolazioni fiscali per le assunzioni sono inutili, dal momento che le imprese non trovano facilmente forza-lavoro e inoltre assumere dovrebbe essere parte integrante del loro lavoro, non l’effetto di una sovvenzione e stimolo governativo. Lo scenario per il Governo è dunque piuttosto critico, sul piano delle politiche economiche, sotto questi fronti:1) La BCE ha annunciato che, pure a fronte del calo del tasso di inflazione, manterrà elevati i tassi di interesse verosimilmente per tutto il 2024. Ci significa ulteriore calo di investimenti e consumi e, dunque, basso tasso di crescita. Inoltre, occorre considerare che il Tesoro dovrà emettere oltre 400 miliardi di titoli del debito pubblico, sui quali pagherà appunto interessi crescenti. I nostri titoli di Stato, inoltre, hanno una durata media più breve di quelli di Francia e Germania (6.9 anni, contro 8.3 e 7.9) e la loro maturità non è stata colpevolmente aumentata negli anni trascorsi, quando i tassi di interesse BCE erano insolitamente bassi.2) Il PNRR è a rischio, soprattutto nel Mezzogiorno, ed è l’unico strumento che l’esecutivo ha a disposizione per raggiungere una crescita superiore allo zero.